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Berlusconi vede Matteo: ecco i paletti azzurri per unire il centrodestra

Oggi l'incontro a Palazzo Grazioli per i punti dell'intesa su programma e candidati

Berlusconi vede Matteo: ecco i paletti azzurri per unire il centrodestra

Sarebbe una buona notizia, l'apertura di Matteo Salvini a Forza Italia per una riedizione del centrodestra, ma tra gli azzurri si teme il tranello. Si pretendono garanzie prima di votare la sfiducia al governo Conte. Garanzie scritte, magari di fronte a un notaio, su un accordo complessivo di centrodestra, sia sulle politiche che sulle regionali, con al centro un progetto politico di coalizione. «Oggi - spiega il vicepresidente Antonio Tajani - senza di noi né si va ad elezioni né si vince. Fi vuole un riconoscimento del suo peso e del suo pieno ruolo nell'alleanza, che in questo momento sono determinanti».

Ieri a Palazzo Grazioli Silvio Berlusconi e il vertice del partito hanno concordato la strategia da seguire in vista dell'incontro di oggi del Cavaliere con Salvini. Attorno al leader azzurro c'erano Tajani, le capigruppo Mariastella Gelmini e Anna Maria Bernini, Licia Ronzulli, Sestino Giacomoni, Maurizio Gasparri, Renato Brunetta, Niccolò Ghedini. E c'era il primo consigliere Gianni Letta, che secondo alcuni riservatamente lavora al piano B, in caso di delusione da Salvini: portare avanti la legislatura sostenendo un governo di transizione per consentire a Fi di rafforzarsi.

Ma per ora la maggioranza è compatta sul piano A, «senza ascoltare le sirene di Matteo Renzi», dice un senatore. «La linea - assicura Gasparri - è di coesione del centrodestra sul voto di sfiducia al governo gialloverde». Ieri mattina Berlusconi si è consultato al telefono anche con Mara Carfagna, poi i suoi hanno difeso la presidente del Senato Elisabetta Casellati dagli attacchi della sinistra, sostenendo che ha fatto solo rispettare il regolamento sulla calendarizzazione di oggi del voto di sfiducia.

L'attesa è per l'incontro di stamattina, quando nella residenza del Cavaliere (anche questo è un simbolo) il leader della Lega dovrà scoprire le carte e non basteranno assicurazioni generiche. Nella riunione fiume preparatoria di ieri si è entrati nei dettagli dei grandi temi, ma anche dei collegi, soprattutto uninominali, che dovranno andare agli azzurri, dei candidati governatori in regioni come Campania, Toscana, Calabria, dei provvedimenti da sostenere, economici, su lavoro, tasse, burocrazia, Iva e anche sui rapporti con l'Europa. «È un'occasione storica per riequilibrare i rapporti di forza nel centrodestra - ragiona un dirigente azzurro -, dobbiamo essere realisti ed evitare che, incassato il nostro sostegno per far cadere Conte, Salvini voglia farla da padrone, sia sui contenuti che sulle liste. Così faremmo un servizio alla Lega e rischieremmo di scomparire. Dobbiamo ottenere un rapporto di 1 a 4 con la Lega».

Si fanno i conti: al Senato, su 315 collegi ce ne sono 116 uninominali e alla Camera su 630 sono 232. Se i rapporti di forza si basano sui risultati alle Europee, alla Lega in Senato ne andrebbero 72, a Fi 25, a Fdi 20 e alla Camera 140 alla Lega, 50 a Fi e 40 a Fdi. Quasi tutti sarebbero eletti sicuramente, perché il centrodestra compatto domina su Pd e M5s. Su queste basi si potrebbe aprire il tavolo. Le preoccupazioni nascono dal fatto che sulla quota proporzionale Fi e Fdi farebbero fatica ad arrivare a 12 senatori e 24 deputati. «Fi si gioca l'osso del collo - confessa un deputato - abbiamo 166 parlamentari, 104 deputati e 62 senatori e rischiamo di scendere a soli 30 e 15, 121 in meno». Se Salvini vuole basarsi sui sondaggi o tenersi le mani libere, l'accordo potrebbe saltare. E in Senato si potrebbero far mancare i numeri per la sfiducia, visto che in tanti non si fidano del Capitano e sanno che rischiano di non venire rieletti.

Troppo repentino il cambio di posizione di Salvini per non sospettare che chieda il sostegno di Fi e di FdI, dopo aver parlato solo pochi giorni fa di corsa solitaria, per allontanare lo spettro di un governo di transizione senza sbilanciarsi sui rapporti di forza nel centrodestra.

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