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Berlusconi vede la riscossa: Renzi ormai è fuori partita

Il Cavaliere: troppi errori dall'ex premier, dal patto del Nazareno rotto al referendum. Il Pd? Vale il 20%

Berlusconi vede la riscossa: Renzi ormai è fuori partita

Roma - Silvio Berlusconi sente il profumo di elezioni e inizia la sua preparazione fisica e mentale. Chi lo conosce bene racconta che il presidente di Forza Italia è già in una modalità fortemente operativa: continui focus group per vagliare la reazione alle sue idee e proposte, incontri con rappresentanti delle categorie, ricerca di slogan e format comunicativi, una attenzione crescente per la dieta e l'esercizio fisico.

La sua agenda inizia ad essere sempre più fitta. Dopo il passaggio romano, il Cavaliere ieri ha riunito a pranzo ad Arcore una trentina di giovani imprenditori, tra i 35 e i 45 anni, legati a Confindustria giovani, oltre agli azzurri Elena Centemero, Antonio Palmieri, Andrea Mandelli, Annamaria Bernini, Licia Ronzulli, Michaela Biancofiore, Sestino Giacomoni e Andrea Ruggeri. Rappresentanti del manifatturiero, dei servizi e delle professioni, «uomini del fare», con i quali si confronta sul programma, programma che punterà su sviluppo e distribuzione del benessere, scommettendo non sulle paure ma sulle tante vocazioni di cui l'Italia dispone. C'è anche una prima idea di comunicazione: quella dell'«albero della libertà», con una serie di rami tematici a cui corrisponderà un titolo del programma.

L'aspetto che più è piaciuto a Berlusconi è il desiderio degli imprenditori di offrire un contributo e la rinnovata attenzione verso la parte politica che da sempre ne sposa ideali e valori. Il discorso si concentra su fisco, aliquota unica, sicurezza e burocrazia, su un sostegno al reddito che non assuma un carattere assistenzialistico. Così come molti imprenditori sottolineano la delusione per la stagione renziana, per il fallimento del Jobs Act e dell'alternanza scuola-lavoro, per l'insensatezza di sgravi fiscali temporanei. Lo stesso Berlusconi sottolinea i due «errori strategici» dell'ex sindaco di Firenze: la rottura del Patto del Nazareno, consumata con arroganza e senza strutturare il consenso all'interno del Pd, con il conseguente isolamento politico. E poi, naturalmente, l'essersi intestato il referendum.

Raccontano che Berlusconi veda Renzi fuori partita, sia convinto che la sua stella sia tramontata e in caso di scissione lo accrediti di percentuali attorno al 20%. Così come non nasconde la simpatia per Michele Emiliano con cui ha stabilito un rapporto cordiale fin dai tempi di uno striscione di benvenuto che l'allora sindaco espose a Bari nel 2013. In ogni caso la raccomandazione è quella di non schierarsi sul congresso Pd.

Berlusconi è anche convinto che, nonostante le incomprensioni con Matteo Salvini, l'asse con la Lega possa reggere perché il Carroccio ha tante anime che vivono l'alleanza con Fi, sperimentata con successo sui territori, come una confluenza naturale e necessaria per puntare alla vittoria.

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