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Bersani: "Io e Renzi abbiamo due idee opposte della democrazia”

L'ex segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, getta la maschera: "Al referendum voto No"

Bersani: "Io e Renzi abbiamo due idee opposte della democrazia”

"Io e Renzi abbiamo due idee opposte della democrazia”. Pier Luigi Bersani, intervistato dalla Repubblica, il giorno dopo la ‘dichiarazione di voto’ dell’ambasciatore americano per il sì al referendum.

Bersani ribadisce il suo No al referendum

"Io sono contrario a questa riforma. Poi vediamo cosa succede con la legge elettorale, ma se mi chiedono come voto, dico quello che penso. Questo è legittimo, giusto?", si domanda l’ex segretario che precisa che non farà campagna per il No come Massimo D’Alema. "Il mio voto vale uno, - aggiunge Bersani - non cerco seguaci. Rispondo solo alla domanda, quando me la fanno. Non tutti i comunisti votarono per l'aborto, ma il giorno dopo erano ancora comunisti; non tutti i democristiani votarono per la Repubblica, e il giorno dopo erano democristiani. Che razza di problema c'è?" E sull’endorsement dell’ambasciatore americano a favore della riforma, Bersani sobbalza: “Ma per chi ci prendono? " e passa al contrattacco: “La semplificazione è la malattia, non la cura. Semplifica, semplifica e non sai quello che viene fuori. Vale per l'Italia e vale per il mondo, basta vedere quello che succede negli Stati uniti, nelle Filippine e in tanti altri Paesi". “Semplificare non è la risposta, peggiora la situazione”, dice Bersani mentre ribadisce di avere una visione diversa di democrazia rispetto a Renzi. “Viviamo un'epoca in cui – sottolinea - la globalizzazione si sta ripiegando su stessa e crescono i protezionismi anziché gli scambi. Penso alla discussione sul Ttip. Il trattato è solo retorica, si va verso le chiusure altro che liberi scambi".

La modifica dell'Italicum

Bersani invita, poi, i renziani e tutti coloro che intendono cambiare l’Italicum a fare chiarezza e a dire una volta per tutte che hanno bisogno di modificarlo per paura di una vittoria dei Cinquestelle. Ribadisce di essere sempre stato contrario al combinato disposto riforma del Senato-Italicum perché rappresenta una pericolosa “piegatura della democrazia”. “Non va bene che con il 25 per cento un partito prende tutto e forma un Parlamento di nominati. Lo vogliamo capire – si chiede - che è un sistema sbagliato, dannoso, che alla gente dobbiamo ridare invece un'occasione di scelta, che devono sentirsi più rappresentati, non meno? Lo vogliamo capire che così crescono i populismi?". L’ex segretario, con la modifica della legge elettorale non teme neppure che si verifichi uno scenario simile alla Spagna dove a breve voteranno per la terza volta in un anno. “Nel frattempo – spiega - succede che forze come Podemos e Ciudadanos vengono assorbite, entrano nel sistema, trovano uno spazio istituzionale in quella democrazia. Per me è un risultato positivo. Non dico che sia un bene votare tre volte per avere un governo, però...".

L’ex segretario non chiede il ritorno a un proporzionale puro ma pensa “a un sistema moderatamente maggioritario” che garantisca la rappresentanza ed eviti situazioni esplosive come in Francia dove il Front National per anni ha avuto 2 deputati pur avendo il 20% e, ora, rischia di vincere le presidenziali.

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