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Bersani: "Spero che le feste siano dell'unità e non di divisione"

Bersani critica Renzi: "Si pretende di intitolare le feste del Pd e dell'Unità all'Italia del Sì, all'Italia che dice Sì. Si confondono le feste con una campagna di affissione"

Bersani: "Spero che le feste siano dell'unità e non di divisione"

Si riaccende il duello a distanza tra le due anime del Pd, con Pier Luigi Bersani che sferra un nuovo attacco al premier-segretario. Stavolta al centro della polemica ci sono le feste dell'unità. "Leggo l'intervista di Maria Teresa Meli a Renzi (sul Corriere, ndr) - scrive Bersani su Facebook - a proposito delle feste di partito. È scorretto, per comodità propria, fare la caricatura delle posizioni altrui. Il problema non è certo quello di un banchetto o di un comizio sulla festa. Ovviamente il Pd ha il diritto-dovere di presentare la sua posizione e di sostenerla. Qui si parla di ben altro. Qui si pretende di intitolare le feste del Pd e dell'Unità all'Italia del Sì, all'Italia che dice Sì. Si confondono le feste con una campagna di affissione".

"Si pensa a una specie di festa del Sì - prosegue Bersani -. Le feste sono state inventate per aprirci a chi può anche non pensarla come noi e per farlo partecipare a un confronto di idee. Sono state inventate per ampliare e unire il campo democratico. Usiamole dunque perché il Sì parli al No e non per allestire barriere all' ingresso. Non inventiamoci per favore le feste della Divisione".

La frase di Renzi sul lanciafiamme

Bersani sceglie l’arma dell’ironia a chi gli chiede come Renzi interverrà dopo i ballottaggi sul partito. Il lanciafiamme? "Mi consegno...", si limita a dire l'ex segretario Pd sorridendo e allargando le braccia.

Banchetti per il Sì al referendum alle feste dell'Unità

Alle feste dell’Unità ci saranno i banchetti per il sì al referendum. A ribadirlo, dopo la richiesta di Bersani di non farlo, è il premier Renzi in un’intervista al Corriere. "È un atteggiamento che non capisco e mi colpisce molto - dice il premier riferendosi all'ex segretario -. Ci siamo giocati tutta la legislatura, nata dal fallimento elettorale, sulla possibilità di fare le riforme. Abbiamo fatto sei letture cambiando più volte il testo per venire incontro alle esigenze di tutti e segnatamente della minoranza del Pd. Sappiamo che se la riforma non passa l’Italia tornerà a ballare per l’instabilità e l’ingovernabilità e torneremmo a essere il problema dell’Europa. E io dovrei vergognarmi di quello che abbiamo fatto? Qui sta il punto. La nostra comunità rispetta chi vuole votare in altro modo, noi non espelliamo nessuno. Ma una cosa è il rispetto per chi non la pensa come la maggioranza, altra cosa è annullarsi, vergognarsi delle nostre riforme, nascondere i nostri tavolini e le nostre bandiere".

"Le feste dell’Unità - insiste Renzi - sono le feste del Pd. Non le feste di una corrente minoritaria del Pd. Se ci togliamo la politica, cosa rimane? E la proposta di dire 'sì al referendum' alle feste viene dal segretario regionale dell’Emilia Romagna, non dal nazionale". Renzi sostiene poi che il voto per il sì sarà trasversale: "Io credo che un elettore deluso, che magari vota 5 Stelle o Lega, al referendum voterà sì. Poi alle politiche del 2018 magari sceglierà un altro premier.

Ma quel premier, ammesso che vinca, potrà governare".

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