Cronache

Biden si candida anti-Trump: "Sarei il migliore presidente"

A 76 anni l'ex vice di Obama si dice (quasi) pronto a competere in una gara ormai riservata agli anziani

Biden si candida  anti-Trump: "Sarei il migliore presidente"

Un tempo era l'Unione Sovietica a fare notizia per la sua gerontocrazia: i meno giovani ricordano la sequenza di rottami umani al potere al Cremlino (Brezhnev, Andropov, Cernienko), che negli anni Ottanta diede plastica immagine di un regime destinato a un collasso che puntualmente arrivò. Adesso però la quarta età al potere è un fenomeno che riguarda semmai l'America: se non hai almeno settant'anni sembri essere fuori dai giochi per la Casa Bianca.

Già le ultime presidenziali erano state una competizione tra settuagenari o giù di lì: Donald Trump contro Hillary Clinton, senza dimenticare l'irriducibile settantaquattrenne terzo incomodo Bernie Sanders, che pretendeva di rappresentare i giovani e lottò fino all'ultimo giorno come se davvero il futuro appartenesse a lui. E adesso? Pantere grigie più scatenate che mai: Trump (che nel 2020 avrà pure lui 74 anni) dà per scontatissimo che lotterà per un secondo mandato, Hillary Clinton (che con gran fatica ha superato lo choc per l'inattesa disfatta del 2016) ha già fatto capire di volersi rimettere in corsa noncurante del fatto che tra due anni avrà già spento 73 candeline, il già citato Sanders finge di dimenticare la sua impietosa anagrafe e si considera pure lui in gara, la senatrice Elisabeth Warren (oggi 69enne) viene valutata come una serissima contendente nell'affollato campo democratico, e perfino l'ex vice presidente Joe Biden si rifà sotto.

Biden è un caso davvero particolare. Nel corso della sua (lunghissima) vita politica si è candidato già tre volte alla Casa Bianca, sempre convintissimo di avere ottime chance e - come ha ferocemente osservato ieri Donald Trump - senza mai superare l'uno per cento dei consensi. Barack Obama lo ha voluto come suo vice, dove non ha mancato di segnalarsi per la sua più famigerata specialità: una tendenza alla gaffe in grado di metterlo in competizione con Filippo duca di Edimburgo, storico campione mondiale della disciplina. Tra il 2015 e il 2016, quando i democratici compresero che l'ascesa dell'aborrito Trump era una cosa seria, pensarono a Biden come a una carta vincente da giocare a sorpresa (il fatto che avesse anche lui già 74 anni non preoccupava nessuno, c'erano ben altri problemi). Lui però tentennò a lungo per poi declinare: non aveva ancora superato il terribile lutto per la morte precoce dell'amatissimo figlio Beau, dopo aver già perduto la moglie anni addietro.

Ma ora, baldanzoso settantaseienne, rieccolo in pista. Nel 2020 avrà già 78 anni? Non importa: ieri ha fatto sapere agli americani di considerarsi «la persona più qualificata nel Paese per fare il presidente». Pertanto, entro i prossimi due mesi renderà noto se preferirà occuparsi dei due adorati nipoti lasciatigli da Beau oppure dei destini degli Stati Uniti d'America e del mondo. «Sono consapevole di essere una macchina da gaffe - ha detto agli studenti dell'Università del Montana cui ha riservato l'anticipazione delle sue intenzioni - ma mio Dio, che cosa meravigliosa rispetto a uno che non può dire la verità». Si suppone che l'allusione fosse diretta a Trump e ai suoi segreti legati all'imbarazzante Russiagate e a certe frequentazioni femminili.

Dicono che «The Donald», nonostante tutto, tema Biden più di qualsiasi altro concorrente dem sulla strada della Casa Bianca: ma forse solo perché gli altri li ha già battuti tutti. Intanto la sua Amministrazione resta concentrata sulla Russia, che ieri ha ricevuto un ultimatum: dimostri entro 60 giorni di aver rispettato il trattato sugli euromissili o Washington ne uscirà.

La pantera sarà anche grigia, ma l'artiglio graffia ancora.

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