Cronache

Bimbi picchiati e insultati. Un altro maestro arrestato

Le telecamere nascoste in una scuola materna mostrano 42 episodi di violenza in un mese

Bimbi picchiati e insultati. Un altro maestro arrestato

Un maestro di scuola materna? Macché, non sembra neanche un nonno, anche se l'età (64 anni) ce l'ha eccome. Piuttosto un papà troppo maturo ed eccessivamente irritabile. Infilato in maglioni sformati e che, con un ancheggiare da ominide, si aggira ciondolante e visibilmente impacciato tra bimbi davvero troppo piccoli per avere a che fare con un tipo come lui che - è evidente dal video e l'audio lo accentua - la pazienza l'ha persa da un pezzo. E quindi può solo peggiorare.

Questo è quanto emerge dai filmati dei carabinieri della tenenza di Pero (compagnia di Rho) che, dopo un'indagine durata meno di un mese, ieri hanno messo agli arresti domiciliari accusandolo di maltrattamenti quest'uomo incensurato, con 34 anni di esperienza professionale proprio nella struttura, insegnante prossimo alla pensione alla scuola dell'infanzia «Grazia Deledda» di Pero, comune a una decina di chilometri a ovest di Milano. Quando all'alba si è trovato davanti i militari il maestro - padre di famiglia, nonno e catechista - non ha detto nulla, non ha avuto reazioni sopra le righe, limitandosi ad adeguarsi a quanto deciso dal pm della Procura di Milano Cristian Barilli. Che nell'ordinanza non gli contesta una serie di episodi specifici, bensì un atteggiamento continuo che, però, proprio per la persistenza, ha portato i carabinieri a conteggiare ben 42 circostanze violente nei confronti di bambini con un'età compresa tra i 2 ed i 5 anni.

Tutto è cominciato qualche settimana fa quando la madre di un bimbo di tre anni e mezzo che frequenta la scuola materna si è recata dai carabinieri di Pero per sporgere denuncia. «Mio figlio va in quella scuola e ha un braccio fratturato: non è successo né a casa né in giardino mentre giocava» ha spiegato la donna. Naturalmente il maestro non è imputato per questo episodio che comunque ha dato il via alle indagini; un'inchiesta resa possibile solo attraverso telecamere nascoste nelle aule dove l'uomo si ritrovava con i suoi allievi. Nel frattempo però i militari hanno sentito altri genitori di bambini della stessa classe del piccolo ferito. Ed è emerso che i figli erano diventati più introversi e spesso si isolavano a casa una volta tornati da scuola.

In alcune delle immagini immortalate dalle telecamere si nota il 64enne che quasi «lancia» per terra un bimbo che piange disperato e a cui scendono i pantaloni, poi si accanisce ancora su di lui ammonendolo con urla fortissime: «Non ti fare la pipì addosso!»; il piccolo risponde: «Mi hai fatto male» e il maestro: «E allora smettila!». Altri li scuote per farli smettere di parlare, altri ancora li colpisce con le nocche sulla fronte. «Tuo papà te lo do io! Chiudi gli occhi» urla a un altro che forse minaccia di raccontare i maltrattamenti al padre e che non vuole saperne di fare il riposino pomeridiano; infine in una scena si toglie una scarpa e, tenendo le calze, sferra con il tallone due calci in testa, standogli alle spalle, a un altro piccolo che, a sua volta, si gira a guardare il maestro e grida, con sofferenza, «Ahia!».

Ieri davanti alla scuola «Deledda» ci sono stati momenti di tensione. Secondo alcuni genitori già in passato c'erano state delle rimostranze contro quel maestro, ma nessuno le aveva prese in considerazione. I genitori sono entrati poi nell'asilo per riprendere i figli quasi con rabbia davanti al personale esterrefatto e che ora teme il linciaggio mediatico. Diverse madri hanno dichiarato che stanno valutando se continuare a portare i figli lì o cambiare scuola. «Intanto domani (oggi per chi legge, ndr) sicuramente li terremo a casa».

«Mi sembra impossibile, io lo conosco bene, ho frequentato l'asilo proprio in questa struttura e lui era il mio Maestro, lo adoravo» ha dichiarato, spezzando una lancia in favore del 64enne, un'altra mamma di bambini che frequentano la scuola-.

Era un insegnante delizioso, buono con noi bambini, ho portato mio figlio che adesso ha 3 anni qui proprio perché c'era lui».

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