Politica

Bimbo autistico rifiutato dalla scuola

La battaglia di una mamma per iscrivere il figlio disabile alle medie dopo tre «no»

Andrea Cuomo

Nessuno vuole Alessandro. Nessuno lo vuole a scuola con gli altri bambini. Nessuno può e vuole affrontare il suo problema: essere un bambino autistico.

Alessandro (nome di fantasia) ha dieci anni. Frequenta la quinta elementare in un istituto di Lanciano, paesone abruzzese in cui vive. L'anno prossimo andrà in prima media. Se qualcuno accetterà la sua iscrizione. La qual cosa al momento non pare scontata.

La storia la racconta Il Centro, il principale quotidiano abruzzese. La madre di Alessandro si è già rivolta a tre dei quattro istituti di scuola secondaria di primo grado della cittadina. Ricevendo altrettanti rifiuti. «Sono andata prima in una scuola media che fa diversi lavori con i bimbi diversamente abili - racconta la donna al Centro - ma, poiché piccola, non è riuscita a prenderlo in carico. Mi sono rivolta così a due scuole molto più grandi che hanno diverse sezioni. Ma, appena spiegavo che era disabile autistico, mi veniva respinta l'iscrizione. I dirigenti dicevano che c'erano troppi bambini diversamente abili nelle prime e che quindi non potevano prenderne altri. Ci sono numeri da rispettare dettati dai decreti ministeriali».

Immaginate come debba sentirsi una madre che deve dire a un figlio già sfortunato che per lui le porte della scuola sono sbarrate. «Mio figlio è autistico ma capisce bene quando viene rifiutato e soffre». Immaginate come possa sentirsi una madre che vede trasformato un diritto in un miraggio, una formalità in un'impresa. Perché la legge parla chiaro: la media è ancora scuola dell'obbligo e i decreti a cui fanno riferimento i dirigenti dicono chiaramente che «le iscrizioni degli alunni disabili non possono essere rifiutate e hanno la precedenza su quelle degli altri alunni». Ovunque ma evidentemente non a Lanciano.

Così la mamma, «arrabbiata, dispiaciuta e con il cuore a pezzi», si è rivolta alla polizia per una denuncia. Gli agenti del commissariato lancianese le hanno suggerito di provare prima a parlare con il sindaco Mario Pupillo. Il quale ha preso a cuore la vicenda e ha convocato per oggi un incontro in Comune tra la mamma e l'assessore alla Pubblica Istruzione Giacinto Verna «per favorire un esito positivo della vicenda». All'incontro sono stati invitati anche i dirigenti scolastici degli istituti coinvolti, «affinché vengano chiariti i contorni della vicenda raccontati dalla mamma del bambino. Auspichiamo una rapida soluzione della vicenda nell'unico e preminente interesse del bambino e del suo diritto allo studio».

La vicenda si risolverà, ne siamo certi. Alessandro continuerà a stare con gli altri bambini e ragazzi, unica gioia della sua vita faticosa e solitaria. La lotta della madre avrà ragione.

Ma parafrasando Bertolt Brecht chiediamoci quanto sia sventurato quel popolo che ha bisogno di articoli sui giornali per vedere riconosciuti i propri diritti.

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