Cronache

Bimbo di due anni affoga in uno stagno: era in giardino per prendere le tartarughe

La mamma e la nonna erano rientrate soltanto per pochi minuti in casa

Bimbo di due anni affoga in uno stagno: era in giardino per prendere le tartarughe

Roma - Cade nel piccolo stagno in giardino e muore. Tragedia a Nettuno, sul litorale romano, dove Niccolò, un bimbo di due anni, scivola in pochi centimetri d'acqua. «Voleva prendere le tartarughe» racconteranno, sconvolti, i parenti. Una disgrazia accaduta ieri mattina a pochi metri dalla mamma e dalla nonna. Un attimo di distrazione, quanto basta al bambino per sgattaiolare fuori dalla villetta dove vive con i suoi genitori, al 44 di via di Santa Marinella, in località Tre Cancelli, avventurandosi nel terreno attorno l'abitazione. E finire in acqua, nonostante delle sedie messe a protezione.

L'allarme scatta poco dopo le 8 di ieri quando le due donne, mamma Graziella e nonna Angela, non trovano più Niccolò. Avvertono immediatamente l'altro genitore, Gianluca Pernicioni, che rientra in pochi minuti a casa e lancia l'allarme al 112 e ai vigili del fuoco. «È scomparso mio figlio piccolo», spiega agli agenti del commissariato di Anzio. Dalla capitale partono anche gli uomini della squadra mobile. Basta poco, però, per ritrovare il bambino, a testa in giù, semisommerso nel laghetto. Una pozza o poco, purtroppo letale per il bambino. Inutili i soccorsi. Quando sul posto arriva l'equipaggio del 118 non c'è davvero più nulla da fare. Nonostante questo i sanitari provano con ogni mezzo a rianimarlo. Alla fine non resta che constatare il decesso. Per ore gli inquirenti hanno cercato di ricostruire l'accaduto. La piccola salma è stata messa a disposizione dell'autorità giudiziaria anche se non ci sarebbero dubbi sull'assenza di responsabilità. Tanto che nessuno dei parenti viene iscritto sul registro degli indagati. Una famiglia normale, padre operaio, mamma impiegata, un'altra figlia più grande, di dieci anni, sconvolta per sempre da questa tragedia. Una disgrazia, la quarta in pochi giorni nella sola provincia di Roma, in cui vittime sono bambini. A cominciare dalla morte in culla, durante il riposino, del piccolo di 9 mesi nell'asilo nido «Pastrocchi e Scarabocchi», all'Appio Tuscolano. Per continuare con la tragedia della bambina di due anni morta dopo quattro giorni di coma per aver ingerito una caramella gommosa che l'ha soffocata. Inutili, anche qui, i tentativi della nonna di far respirare la nipotina. Un caso che ha emozionato gli stessi medici del reparto terapia intensiva dell'Umberto I e i loro colleghi incaricati di prelevare gli organi e salvare la vita di almeno cinque bambini. Il terzo dramma in ordine di tempo accade mercoledì, in zona San Giovanni. È una bambina originaria del Bangladesh di appena tre mesi a morire, sempre di morte bianca, nel lettone con i genitori.

Involontariamente schiacciata e soffocata da mamma e papà.

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