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Blocchi navali e droni-spia Gli scafisti si arrestano così

Se la Ue scende in campo deve affrontare operazioni complesse: azioni di intelligence e controlli sulle barche nei porti. E per proteggere i profughi campi presidiati in Libia

Blocchi navali e droni-spia Gli scafisti si arrestano così

Colpire sarà facile. Vincere molto più difficile. Se oggi l'Unione Europea deciderà di dichiarare guerra ai trafficanti d'uomini l'Italia e le nazioni che l'affiancheranno si troveranno coinvolte in un'operazione militare sofisticata e complessa. Un'operazione che spazierà dal versante militare al diritto internazionale, dall' intelligence alla trattativa politica. Il lato più evidente dell'intervento potrebbe essere il tanto discusso «blocco navale». Ma sotto quella punta d' iceberg o, meglio, sotto quella copertura strategica si muoveranno spie, diplomatici e forze speciali. Ed opereranno le più sofisticate attrezzature a disposizione delle forze armate italiane ed europee.

TRATTATIVA DIPLOMATICA E CASUS BELLI

Tutte le organizzazioni criminali coinvolte nel traffico di uomini operano dai territori di Fajr Libia (Alba Libica), la coalizione d'ispirazione islamista che lo scorso agosto ha costretto alla fuga a Tobruk il governo riconosciuto dalla comunità internazionale. L'impossibilità di concordare operazioni militari ed eventuali obbiettivi con un referente locale diplomaticamente riconosciuto rischia di rendere l'intervento poco compatibile con il diritto internazionale. L'unica via d'uscita è la formazione di un governo di unità nazionale nell'ambito dei colloqui di pace tra Tripoli e Tobruk avviati dall'inviato dell'Onu Bernardino Leon. In mancanza di questa soluzione l'intervento potrebbe venir disciplinato da una risoluzione del Consiglio di Sicurezza che attribuirebbe alla Ue il compito di difendere i migranti abbandonati al proprio destino da Tripoli.

IL BLOCCO NAVALE

Serve in teoria a sigillare i circa 400 chilometri di coste dal confine tunisino sino a Misurata dove sono concentrate le spiagge utilizzate dai trafficanti di uomini. Le leggi internazionali vietano però il respingimento dei barconi. Il blocco navale punta quindi a mantenere un vasto dispositivo militare - composto da navi, droni, elicotteri, apparecchiature d'intercettazione e unità di forze speciali - a pochi chilometri dalle coste libiche. Il blocco servirà anche a diffondere l'idea che l'attraversamento del Mediterraneo non sia più agevole come un tempo, dissuadendo i migranti dal raggiungere le coste libiche.

LE OPERAZIONI D'INTELLIGENCE

Le operazioni militari saranno precedute da lunghe attività di raccolta dati che vedranno l'impiego di droni e mezzi navali specializzati nelle intercettazione delle comunicazioni convenzionali ed elettroniche. I droni tenuti in volo sopra depositi di uomini, spiagge di partenza e basi operative controlleranno minuto per minuto le attività delle principali organizzazioni criminali analizzando i pattern of life ovvero i «modelli di vita» dei trafficanti di uomini. Attraverso questi modelli sarà possibile individuarne le basi, seguirne i movimenti, identificarne i capi e scoprire eventuali collegamenti con i gruppi al potere a Tripoli, Zuwara e Misurata. All'interno del contingente italiano la nave Elettra specializzata nelle operazioni di intelligence elettronica - già impiegata durante la crisi libica del 2011 - registrerà comunicazioni e trasmissioni dei gruppi nel mirino. L'infiltrazione d'informatori locali dentro i gruppi criminali sarà fondamentale per individuare tempi e luoghi scelti per il trasferimento dei clandestini alle barche e successive partenze.

GLI OBBIETTIVI

Spesso i barconi vengono acquistati solo 24 o 48 ore prima della messa in mare dei carichi umani. Per distruggerli - senza venir accusati di aver arrecato danni a persone non coinvolte nel traffico - bisognerà individuare il momento esatto in cui l'imbarcazione entrerà nella disponibilità dell'organizzazione criminale. Ancor più complesso sarà colpire i barconi ormeggiati oltre il confine tunisino e partiti solo poche ore prima delle operazioni d'imbarco dei clandestini. L'utilizzo di droni ed elicotteri potrebbe causare la morte dell'equipaggio innescando pesanti campagne propagandistiche nei confronti dell'Italia e dell'Europa. L'intervento di incursori del Comsubin o di altre unità specializzati in operazioni di abbordaggio in alto mare ci esporrebbe invece al rischio di perdite umane.

RAPPRESAGLIE, CAMPI PROFUGHI E DIRITTO D'ASILO

Gli interventi contro i barconi rischiano d'innescare rappresaglie a danno dei migranti. Il rischio potrebbe venir evitato creando, d'intesa con l'Onu, dei campi di accoglienza in territorio libico protetti da un dispiegamento militare.

Negli stessi campi potrebbero anche venir vagliate le richieste d'asilo.

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