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Boccia affonda il governo: "Ombre sulla legge di stabilità"

Il deputato Pd: "Nella tassazione sul risparmio si nasconde una patrimonialina. Io avrei preferito tassare trading online e multinazionali web"

Boccia affonda il governo: "Ombre sulla legge di stabilità"

Francesco Boccia spara ad alzo zero contro il governo e contro Matteo Renzi. Lo fa con garbo com'è nel suo stile, certo, ma la sostanza è inequivocabile: la politica economica è bocciata, il governo "dovrebbe lavorare molto anziché parlare tanto" e, come non bastasse, si andrà alle elezioni in primavera.

Intervistato stamani da Giovanni Minoli a Mix 24 su Radio 24, il deputato pugliese del Pd e presidente della Commissione Bilancio della Camera apre un sommesso ma efficacissimo fuoco di fila contro la Legge di Stabilità, di cui demolisce uno per uno tutti i principali punti. Esordisce ricordando che gli interventi su Rai, Isu e gli altri interventi microsettoriali appesantiscono la Legge, richiamando la necessità di evitare i troppi emendamenti.

Poi, incalzato dal conduttore, ammette che la tassazione sul risparmio è una patrimonialina de facto, ma auspica anche che il Parlamento riuscirà (e vorrà) a ridurre la tassazione sui fondi pensione, a fronte di un aumento del prelievo fiscale che effettivamente - non può negarlo - c'è stato. Lui, spiega, preferirebbe tassare il trading online, tassazioni finanziarie e multinazionali web.

Boccia critica poi quella che chiama la "sottrazione di fondi al Sud": "Alle regioni meridionali sono stati tolti quattro miliardi di fondi europei che dovevano servire per gli investimenti e le imprese - sottolinea il parlamentare democratico - Se si assume un operaio a Milano, lo si fa con i soldi della Calabria e della Campania."

Insomma, una vera e propria bordata di critiche, che non può non provocare lo stupore dello stesso Minoli, che alla fine dell'intervista parlerà di "parole esplosive". Certo, Boccia assicura che, da "uomo di partito", alla fine la Legge la voterà, anche se spera che il Parlamento possa apportare modifiche decisive.

Il governo, spiega Boccia, ha avuto il torto di "parlare tanto anziché lavorare molto". "In Parlamento voglio evitare errori, sul Pil, sulla tassazione, sul Tfr, sull'esecutivo", conclude sibillino.

Quando però Minoli gli domanda se si andrà al voto in primavera, non ha dubbi: sì, torneremo alle urne prima dell'estate. E anche per quanto riguarda il Pd, "teme una scissione", se "chi non crede nel Partito dovesse andarsene".

Parole criptiche, ma sicuramente ben comprensibili per i destinatari.

Di certo c'è solo che per Renzi, dopo quello a sinistra, rischia di aprirsi un altro fronte interno: resta da vedere se anche questa volta deciderà di tirare diritto.

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