Coronavirus

Bocciati i banchi dell'Azzolina

Ai presidi non piacciono: "Servono 2,5 milioni singoli"

Bocciati i banchi dell'Azzolina

Il banco ultramoderno che secondo i piani della ministra Lucia Azzolina avrebbe disegnato la nuova scuola del post Covid non lo vuole quasi nessuno. Sono 440mila i banchi innovativi (quelli con le rotelle) richiesti dalle scuole su un fabbisogno totale di due milioni e mezzo di pezzi, il 17 per cento del totale. Questi almeno i numeri arrivati al Miur con le richieste inviate da 8mila dirigenti scolastici, ma mancano ancora all'appello trecento istituti che il ministero sta cercando di reperire per conteggiarli nel bando del commissario Arcuri che ha emanato una gara «fino a 3 milioni di pezzi», prima ancora di avere ricevuto il fabbisogno da parte del mondo della scuola.

La ministra aveva indicato alla struttura commissariale la necessità di trovare 3 milioni di banchi monoposto, di cui 1,5 milioni del tipo innovativo. Invece, le scuole vogliono i banchi monoposto tradizionali, quelli di legno con la sedia a parte. Il che forse renderà più facile la missione altrimenti definita «impossibile» di reperire tale quantità di banchi in così poco tempo.

Far fede al bando Arcuri, a sentire gli stessi produttori, non sarebbe fattibile visto che prevede tempi strettissimi, contratti da siglare entro il 7 agosto e la consegna nelle scuole entro il 31 agosto. «Un acquisto centralizzato di 3,7 milioni di pezzi tra banchi monoposto e sedute significa che dal 7 al 31 agosto cioè in 23 giorni compresi tutti i festivi, dovrebbe essere concentrata la produzione di 5 anni», dicono da FederlegnoArredo e Assodidattica. Secondo le associazioni, la capacità produttiva attuale potrebbe arrivare semmai a 120mila pezzi per fine settembre. Ma «esiste inoltre un altro problema relativo al rischio concreto che un comparto industriale venga spazzato via da un bando di gara che potrebbe avere un solo fornitore non italiano», avvertono. L'ufficio del commissario Arcuri fa sapere che «non possiamo riservare la gara alla produzione nazionale, ci rivolgiamo anche a produttori europei. Non è questo il momento di fare polemiche o alimentare divisioni. La gara pubblica europea per l'acquisto dei banchi è stata bandita su richiesta del ministro dell'Istruzione sulla base del fabbisogno stimato per a garantire la riapertura delle scuole in sicurezza».

Polemiche o no il timore dei presidi è di non farcela per il 14 settembre. Il timing che c'è da qui alla riapertura «fa tremare i polsi», dice al Giornale il presidente dei presidi del Lazio Mario Rusconi.

«Da una parte la scuola si dimostra conservatrice e poco incline ad ammodernarsi con sulla scelta dei banchi ma dall'altra parte dico per fortuna perché significa che forse ce la facciamo ad averli per settembre. Il problema però è che quello tradizionale occupa più spazio del banco ultramoderno». E i nodi restano, a partire proprio dagli spazi: «Ci sono classi nei bienni superiori con 28 alunni che sia con il banco ultramoderno e sia con quello vecchio non possono rimanere così. C'è il rischio per almeno un 15 per cento di studenti di non poter mantenere le distanze sicurezza. Andranno riorganizzati in altri spazi, nelle palestre che andranno sistemate per farne aule.

Ma questi sono lavori che devono fare gli enti locali, ora che stanno arrivando i soldi. Ho dubbi che si riescano a mettere al lavoro squadre di tecnici comunali in agosto». Il sottosegretario Giuseppe De Cristofaro assicura che i nuovi banchi sono solo una parte «di un pacchetto di proposte che comprende il potenziamento dell'organico e interventi di edilizia leggera».

Da realizzare in pieno agosto.

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