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Bocciatura unanime: "Conti a rischio"

I dubbi di Corte dei Conti e uffici parlamentari di Bilancio: manovra elettorale con troppe spese

Bocciatura unanime: "Conti a rischio"

Tanti dubbi «tecnici» sulle coperture e sulle misure fiscali. Conti a rischio, perché ci sono troppe spese. Altrettante valutazioni positive, sempre tecniche, perché la manovra redistribuisce e fa sviluppo. Sia le lodi sia le critiche, tradotte in politica, insomma, dicono la stessa cosa: la legge di Bilancio 2017 è una manovra dal sapore elettorale. Un'altra giornata non molto positiva di audizioni parlamentari sulla legge di Bilancio. Il presidente dell'Ufficio Parlamentare di bilancio Giuseppe Pisauro ha ribadito che «l'effetto sull'equilibrio dei conti non è privo di rischi». Pesantissima l'accusa sul fronte delle spese. Ad andare male non è l'incremento di spese in conto capitale, quindi gli investimenti, ma «l'assunzione di impegni permanenti dal lato delle spese correnti, in particolare per le pensioni e il pubblico impiego, compensati solo in parte da entrate permanenti e certe». In altra parte il governo Renzi spende, come facevano gli esecutivi della Prima Repubblica e lo fa in deficit, come succedeva nella Prima Repubblica. Si dirà, il governo segue una visione riformista di sinistra. Nemmeno questo. Secondo Pisauro il governo non segue nessun disegno organico.

Stesse misure, ma giudizio speculare da parte dell'Istat. Secondo le stime dell'istituto di statistica nell'insieme l'incremento della 14esima e delle detrazioni Irpef sui percettori di reddito da pensione «innalzano di un miliardo di euro il reddito delle famiglie», ha spiegato il presidente Giorgio Alleva, confermando il carattere espansivo della manovra. Le cifre citate, sono spese correnti. La differenza con l'Upb è che l'Istat è ottimista sugli effetti delle misure del governo, tanto che ritiene non impossibile raggiungere una crescita dell'1% nel 2017.

La Corte dei conti ha calcolato che gli interventi in materia di lavoro e pensioni impegnano nel triennio 2017-19 risorse per oltre 11 miliardi.

Un risultato positivo per i sindacati, che ieri hanno rivendicato il successo. «Abbiamo portato ben sette miliardi di euro alla nostra gente, rispettando l'impegno che avevamo preso due anni fa con i nostri delegati ed iscritti», ha detto la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan.

Per i giudici contabili le misure sulle pensioni sono «improntate a ragioni di equità sociale», ma bisogna anche garantire «la complessiva sostenibilità dei conti pubblici» garantita dalle prevedenti riforme.

Anche la Banca d'Italia si è concentrata sulle spese. La manovra, «riducendo l'avanzo primario» di «oltre mezzo punto percentuale del Pil rispetto al 2016, ha un'intonazione espansiva», ha spiegato il vice direttore generale Luigi Federico Signorini.

Al di là dei giudizi di valore, quella del governo Renzi è giudicata da tutti una legge di Bilancio di spesa, che mette a rischio i conti. In altre parole una finanziaria elettorale. Da vigilia del referendum.

Dubbi anche sul fisco. La rottamazione delle cartelle esattoriali è stata valutata in modo opposto. Per l'Ufficio parlamentare di bilancio, «può contribuire a indebolire il senso di obbedienza fiscale». Mentre per la Corte dei conti «parlare di condono è improprio perché qui il dovuto si dovrà pagare.

I condoni sono altri».

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