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Boeri trasforma l'Inps nell'istituto anti-casta

L'attacco inusuale del presidente: ora basta con i privilegi di politici e sindacalisti

Boeri trasforma l'Inps nell'istituto anti-casta

Un colpo mortale alla casta. Un colpo ferale visto che a menare il fendente è il braccio di Tito Boeri. «Si possono raccogliere molti soldi se si interviene sui vitalizi dei politici e sulle posizione di rendita, anche dei sindacalisti, che si sono creati posizioni di favore in questi anni».

A dirlo è proprio il presidente dell'Inps, intervenendo a una tavola rotonda presso la Facoltà di Economia della Sapienza, dopo la lectio magistralis del Premio Nobel Joseph Stiglitz. «Abbiamo presentato delle proposte che giacciono al ministero del Lavoro - ha aggiunto Boeri - e mi auguro che si possa intervenire sui privilegi per recuperare molto risorse con cui finanziare interventi di politica sociale».

D'altronde è un tema fisso quello del taglio dei vitalizi ai parlamentari per il presidente dell'Inps che da anni va ripetendo che i risparmi sarebbero consistenti se anche per deputati e senatori si passasse al sistema contributivo. L'attacco questa volta, però, prende di mira anche le «rendite di posizione» dei sindacalisti. La giornata di Boeri però è stata caratterizzata anche dalla lettera aperta inviata ai componenti della Commissione Lavoro della Camera dei deputati. Una missiva per ribattere punto su punto le critiche che da tempo gli vengono mosse ogni volta che dal suo ufficio partono report non proprio in linea con le prospettive di Palazzo Chigi.

Le critiche sono sempre bene accette. Devono però essere costruttive. E - soprattutto - non devono gettare discredito. Tito Boeri, insomma, prende carta e penna e redige una lettera di proteste contro il presidente della Commissione lavoro della Camera dei deputati e contro la sua vice.

Il presidente dell'Inps ce l'ha con Cesare Damiano e Marialuisa Gnecchi (entrambi del Pd). «Il grande rispetto che nutro per l'istituzione da Lei rappresentata - scrive Boeri a Damiano nella lettera - mi spinge a scriverLe. Non passa giorno senza che Lei o il vice presidente della Commissione, onorevole Maria Luisa Gnecchi, rivolgiate qualche accusa particolarmente offensiva all'Inps, reo di non offrire dati oppure di offrirli distorti o incompleti, di escludere, con ferocia burocratica, gruppi vulnerabili dall'accesso agli ammortizzatori sociali, stravolgendo il dettato normativo o ancora di essere sistematicamente in ritardo nell'erogazione di qualche prestazione».

«L'Istituto ha profuso - spiega - uno sforzo straordinario per condividere le informazioni di cui dispone». «Proiezioni su fenomeni complessi come quelli oggetto delle politiche per le quali ci viene richiesta una valutazione (scelte di pensionamento, accesso ad ammortizzatori, ecc) - prosegue - sono inevitabilmente soggette a errore. Ciò che occorre capire è se ci siano elementi di sistematicità in questi errori. L'impressione che si ha dalle vostre rimostranza è che di sistematico ci sia il mettere in discussione e spesso svilire ogni proiezione che non corrisponda ai vostri desiderata».

A rispondere non sono i diretti interessati. La prima reazione a caldo è arrivata dall'altra vicepresidente della Commissione Lavoro, Renata Polverini (Forza Italia) con un passato da sindacalista per giunta.

«Il presidente Inps, Tito Boeri, è arrivato al limite. Non è più accettabile la mancanza di rispetto che dimostra nei confronti dei vari organi costituzionali».

La Polverini poi si appella direttamente a Gentiloni e ai presidenti di Camera e Senato, Grasso e Boldrini, chiedendo loro un «ridimensionamento» di Boeri, in quanto «il suo incarico è prettamente tecnico e solo marginalmente politico».

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