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La Boldrini "elimina" un papà in Aula

Auguri solo all'onorevole neo mamma. Il padre? "Non è parte in causa"

La Boldrini "elimina" un papà in Aula

La Boldrini «ammazza» un papà in Aula. Ed è bufera. Martedì scorso il presidente della Camera presiede i noiosi lavori ma, nel pomeriggio, si prende una pausa per i doverosi auguri a una deputata fresca di parto. Trattasi dell'onorevole Celeste Costantino, di Melito di Porto Salvo, Calabria, classe 1979 ed eletta con Sel. La Boldrinova, solita voce gracchiante e stridula, chiede l'attenzione dei deputati: «Vorrei anche inviare un saluto molto sentito a Celeste Costantino, la nostra collega che ha fatto una bambina che si chiama Bianca e che sta bene: un saluto a mamma e bimba». Applausi bipartisan. Ma siccome le felicitazioni finiscono lì, dagli scranni di centrodestra si eccepisce: «Presidente, scusi... Ma gli auguri al papà no?». La Boldrini, intossicata dal femminismo più sordo, risponde testuale: «Come dice? Beh... Il papà non è parte in causa in questo caso... Scusate, la bambina è stata fatta da Celeste Costantino, è nostra collega e noi ci rivolgiamo a lei, essenzialmente a lei». In Aula si rumoreggia. Forse la Costantino ha trovato il bebè sotto un cavolo? O forse una deliziosa cicogna ha recapitato il fagottino davanti all'uscio della giovane onorevole? Molto strano. È più probabile che, chiunque sia, la piccola Bianca un babbo ce l'abbia. Infatti ce l'ha eccome: è un bravo giornalista di Reggio Calabria, già redattore di un'agenzia di stampa e collaboratore per diverse testate. Si chiama Danilo Chirico, ha quarant'anni e da uno è felicemente sposato con l'onorevole. Quando viene contattato dal Giornale sorride: «Sì, sì, esisto eccome...»; e sullo sfondo si sentono pure i vagiti della piccola Bianca. Non ci resta che fare anche a lui i più sentiti auguri, negati dalla talebana «presidenta». In Aula, prendono la parola i deputati Pietro Laffranco (forzista) e Daniele Capezzone (fittiano). Il primo la sbeffeggia: «Prendo atto della disparità di trattamento nei confronti dei poveri maschietti, ormai vigente in quest'Aula...». E il secondo: «Molto brevemente, signora Presidente: per suo tramite, è per fare gli auguri anche al marito o al compagno della nostra parlamentare, visto che crediamo, dopo ampia riflessione, che anche il papà abbia avuto un qualche ruolo nella nascita della bimba».

Sui social network, però, dove è consentito un eloquio meno onorevole, mezza Italia si scatena contro la terza carica dello Stato. Tralasciamo i commenti (tantissimi) ruvidi e scurrili ma la valanga di messaggi sono di questo tenore: «È psicologicamente disturbata. Soffre palesemente di misandria, l'atteggiamento di avversione ed ostilità nei confronti del genere maschile. Non può davvero ricoprire quella carica». E un altro: «Qualcuno la faccia visitare; ma da uno bravo perché se no non c'è speranza». Oppure: «Forse suo padre non era parte in causa; perché se avesse saputo cosa generava avrebbe preferito diventare cieco». E ancora: «Una persona così ideologicamente invasata non dovrebbe ricoprire incarichi istituzionali». Un'altra non le lascia passare nemmeno l'italiano: «Ha fatto una bimba?!?! L'ha fatta col Das? Col pongo? L'ha scolpita da un monolite di marmo di Carrara? Le donne partoriscono, danno alla luce, mettono al mondo».

Un filo di speranza nel commento di un altro utente: «Per fortuna la legislatura sta finendo».

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