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Bologna, Bersani e Cuperlo non invitati alla Festa dell'Unità

I due leader della minoranza dem non sono stati invitati all'evento di Bologna

Bologna, Bersani e Cuperlo non invitati alla Festa dell'Unità

Dopo le divergenze sull'Italicum, la tensione all'assemblea dei deputati e la cacciata di dieci dem della minoranza dall Commissione Affari Costituzionali, scattano le "epurazioni democratiche" anche alla Festa dell'Unità. Gianni Cuperlo e Pier Luigi Bersani saranno i grandi assenti senza invito a Bologna. Di fatto le dimissioni del capogruppo a Montecitorio, Roberto Speranza, continuano a pesare negli equlibri del partito. Ormai la spaccatura tra renziani e minoranza dem appare insanabile. Una mossa quella di cancellare Cuperlo e Bersani dal programma della Festa che quasi certamente avrà delle consegunze a livello politico.

Per Pier Luigi Bersani è un colpo duro da digerire. Sarà fatto fuori proprio nella sua terra, l'Emilia Romagna e soprattutto nel settantesimo anniversario della Liberazione. Al suo posto invece prenderanno parte alla Festa Roberto Giachetti, Lucrezia Ricchiuti e l'ex Sel Gennaro Migliore. Infine tra gli assenti ci sarebbe anche Pippo Civati. E sull'esclusione dei big della minoranza dem, parla Rosi Bindi: "Immaginare di fare una Festa nazionale selezionando le presenze politiche sulla base della fedeltà alla linea del segretario sarebbe un’involuzione, questa sì, che non ha precedenti nella lunga storia delle feste dei partiti popolari italiani". Infine la Bindi rivolge un appello a Matteo Orfini per "fare chiedere al presidente dell’Assemblea nazionale e garante del pluralismo del Pd, di assicurare che la Festa sia, come sempre è stato, specchio della originale natura del nostro partito. In caso contrario - paventa la presidente dell’Antimafia nella sua lettera aperta - dovrei prendere atto che la mia preoccupazione sul rischio di uno snaturamento del Pd è una realtà. Adesso si è interrotta la costruzione di un partito nuovo, democratico, laico e plurale.

Il Pd non solo sta rinnegando la prospettiva del bipolarismo con la proposta dell’Italicum, ma sconfessa le sue radici uliviste per consegnarsi al pensiero unico del nascente Partito della nazione".

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