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La Bonino racconta il tumore e lancia una sfida alla politica: "Serve una legge sul fine vita"

L'ex ministro dopo l'annuncio della malattia a RadioRadicale: "L'outing mi ha aiutato. Adesso vediamo chi la spunta"

La Bonino racconta il tumore e lancia una sfida alla politica: "Serve una legge sul fine vita"

"Avere fatto quella confessione mi ha aiutata. Molti malati mi hanno scritto: grazie, ha aiutato anche me. Avere la consapevolezza che noi non siamo il nostro male costituisce la nostra speranza e la nostra fede laica". In una intervista a Repubblica, Emma Bonino parla della sua malattia, la "bestiola", un tumore al polmone annunciato in diretta su RadioRadicale. "So che mi devo occupare di questo stronzo e basta - afferma - io o lui, vedremo chi la spunta". Assicura di non aver paura, dice di essere ottimista. "Ho avuto una vita fantastica - spiega - gli affetti familiari, la politica radicale, le amicizie, i grandi dolori, le solitudini".

"Sopporto la chemioterapia senza eccessivi disagi - continua l'ex ministro degli Esteri nell'intervista a Repubblica - sono disciplinata, dovreste vedere quanto sono rigorosa". Dai colleghi politici sono arrivati moltissimi,. La Bonino ha risposto a tutti: "Grazie - gli ha detto - ora vedete di trovare il modo di fare una legge per il fine vita". Ma nessuno ha avuto il coraggio di replicare. "Come se li avessi sterminati tutti con una Colt 45 o con il Ddt", chiosa.

La malattia non la terrà fuori dall'agone politico. Prima che il parlamento eleggesse Sergio Mattarella, il suo nome era finito nella rosa dei papabili alla presidenza della Repubblica. "È dal ’99 che non penso più al Quirinale", ammette ricordando di essersi candidata "alla luce del sole, sicura di poterlo fare senza dovermi vergognare come una ladra". Ebbe sedici voti. "Mi sono sentita ripetere a più riprese - racconta - Emma, tu sei una figura molto amata in questo Paese, un giorno o l’altro ti faranno un monumento! Avrei preferito essere amata di meno e votata di più".

A Mattarella la Bonino riconosce di avere "una struttura giuridica molto forte, qualità che sarà fondamentale per il ripristino e la difesa del diritto nel nostro Paese".

Quanto allo scenario internazionale l’ex titolare della Farnesina sottolinea che "serve una politica rivolta al mondo islamico musulmano del Mediterraneo allargato che nessuno fa" e per la quale l’Italia dovrebbe "assumere ruoli di responsabilità".

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