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Il boom di ricorsi dei furbetti che chiedono asilo

Le spese legali sono tutte a carico dello Stato Un'arma in mano agli stranieri. Che ne approfittano

Il boom di ricorsi dei furbetti che chiedono asilo

Oltre 20mila ricorsi di richiedenti asilo ancora pendenti fino ad oggi dal 2014, nonostante sia stata già respinta qualsiasi forma di protezione. Grazie al giochetto del ricorso pagato dallo Stato, chi si è visto negare l'asilo resta in Italia a spese nostre per due, tre o anche 4 anni.

Una tendenza in aumento, che potrebbe esplodere nel 2016 con lo stop della rotta balcanica. «Il problema non sono le domande d'asilo, ma i ricorsi» ha dichiarato al quotidiano locale, Il Piccolo, il vice prefetto Massimo Mauro della Commissione territoriale di Gorizia, che decide sulle richieste. «Chi riceve il diniego, impugna il provvedimento. Succede praticamente nel 100% dei casi e questo innesca situazioni paradossali che vanno oltre ogni limite immaginabile» sostiene Mauro.

Il 100% riguarderà Gorizia, ma i numeri parziali forniti dal Viminale a livello nazionale (quelli completi sono in possesso del dicastero della Giustizia, che li sta raccogliendo) indicano percentuali fra il 50 ed il 75%, ma in aumento in termini assoluti. Nel 2014 sono state respinte 14257 domande di asilo, che hanno provocato quasi 10mila ricorsi. Nel 2015 le domande di asilo sono esplose ad 83.970, un incremento del 31% rispetto all'anno precedente.

Quasi la metà, 41659, sono state respinte, ma i ricorsi ammontano a ben 15.226. Ad oggi sono ancora pendenti 21.443 ricorsi. Ed i richiedenti asilo sono soprattutto nigeriani, pachistani, gambiani, che in gran parte non hanno alcun diritto del genere essendo migranti economici.

Se la Commissione territoriale respinge la pratica l'aspirante profugo può fare ricorso, che porta avanti solitamente fino all'appello. L'assistenza legale è pagata dallo stato trattandosi di «indigenti». Gli avvocati incassano fra gli 800 e 1.000 euro a pratica. Nel limbo del ricorso, che dura anche due-tre anni e si somma ai 200 giorni medi per il primo esame della pratica nelle Commissioni territoriali, l'aspirante profugo ha diritto all'accoglienza.

A Gorizia, dopo il respingimento del ricorso, diversi furbetti dell'asilo si sono ripresentati con degli alias per rifare la domanda e riprendere tutto l'iter. Ci sono persone che vanno avanti così dal 2007» spiega Mauro al quotidiano il Piccolo. Adesso con l'obbligo delle impronte digitali il problema dovrebbe diminuire, anche se i migranti protestano e non vogliono lasciarsi schedare.

In grandi città come Milano il numero dei richiedenti asilo è raddoppiata nell'ultimo trimestre 2014. I dati di gennaio a livello nazionale indicano 7505 richieste e non c'è neppure un profugo siriano, che avrebbe realmente diritto. Lo stesso mese sono state respinte 4266 richieste, ma in molti presentano ricorso. Oltre il 70% viene alla fine accettato dai giudici.

«Una criticità da superare - ha sostenuto il prefetto Mario Morcone, capo del Dipartimento per l'Immigrazione - perché i tempi della decisione del giudice ordinario sono lunghissimi, spesso superano i due anni, e ai ricorrenti va comunque assicurata l'accoglienza».

Nel frattempo si susseguono casi di richiedenti asilo che sfruttano l'accoglienza, spesso non dovuta, per fini criminali. Il 17 febbraio è stata sgominata fra Trento e Rovereto una banda di 19 gambiani e senegalesi che avevano messo in piedi un vasto traffico di droga e riciclaggio di denaro. Tutti richiedenti asilo ed in parte ospiti della provincia autonoma di Trento.

In gennaio, a Trieste, i carabinieri hanno arrestato 4 afghani per droga, pure loro richiedenti asilo.

Il 28 gennaio, a Terni, la polizia ha sorpreso nel sonno 4 gambiani in appartamenti gratuiti perché avevano richiesto l'asilo. Nelle federe dei divani è stata trovata droga e 5mila euro in contanti.

Il 15 novembre scorso la questura di Bolzano ha rintracciato sei afghani, richiedenti asilo, coinvolti in una rapina in pieno centro.

Il 2 aprile sono finiti sotto inchiesta per terrorismo due afghani in attesa di asilo nel centro di Restinco vicino a Brindisi. E il 9 marzo è stato arrestato per terrorismo un giovane «imam» somalo che inneggiava ad Al Qaida e stava pianificando un attentato a Roma. Nel centro di accoglienza di Campomarino, in provincia di Campobasso, cercava di reclutare volontari della guerra santa grazie alla richiesta di rifugiato politico, che era stata da poco respinta.

Se non fosse finito in manette avrebbe potuto sempre fare ricorso.

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