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Boris col fiato sul collo: pubblica "le idee" per un'intesa su Brexit

La mossa dopo che il premier finlandese aveva dato 12 giorni per una proposta

Boris col fiato sul collo: pubblica "le idee" per un'intesa su Brexit

Il governo inglese ha ieri inviato all'Ue dei documenti che illustrano «idee» per cambiare la clausola di backstop per come è oggi definita nell'accordo tra Bruxelles e il governo May, bocciato tre volte dal parlamento di Westminster. «Idee», come le ha definite Londra, che saranno oggetto di discussioni tecniche in questi giorni tra il gruppo di lavoro di Michel Barnier, il negoziatore capo europeo, e quello di Stephen Barclay, ministro inglese per la Brexit. Come ha suggerito un portavoce del governo inglese non devono essere intesi come la posizione ufficiale di Londra bensì dei documenti tecnici su cui confrontarsi. A che punto siano realmente i colloqui tra le parti, in realtà, è difficile a dirsi, con un susseguirsi quotidiano di dichiarazioni e repliche che sanno più di scaramucce che non di collaborazione.

L'invio di ieri ha fatto seguito alla presa di posizione del primo ministro finladese Antti Rinne che mercoledì sera ha dato tempo al governo inglese fino a fine settembre per presentare delle proposte. Altrimenti «it's over», è finita. La dichiarazione è stata concordata con la Francia, tuttavia altre fonti dell'Ue hanno ridimensionato la portata del diktat.

Nei piani di Johnson la proposta inglese non sarà inviata prima del 2 ottobre. Per quel giorno, infatti, sarà terminata la conferenza del partito conservatore e il governo vuole minimizzare le voci di dissenso interno che si leveranno tra i Tory qualsiasi sarà il piano proposto. Impossibile, infatti, accontentare tutte le diverse correnti. Il Dup, il partito unionista nord irlandese, sta avendo in questi giorni fitti colloqui con il governo inglese e con quello irlandese (mercoledì la leader Arlene Foster era a Dublino): stiamo ammorbidendo alcune delle nostre posizioni, hanno commentato dal partito, non vogliamo un no deal. Il loro peso negoziale è notevolemente diminuito ora che non hanno più in pugno il futuro della maggioranza dato che non c'è più alcuna maggioranza, svanita tra espulsioni di ribelli e cambi di casacca.

L'idea su cui le parti si stanno confrontando è un'area comune per beni agricoli e animali che comprenda tutta l'Irlanda. Belfast rimarrebbe quindi allineata all'Ue divergendo dal resto del Regno Unito. I controlli si terrebbero lontano dal confine per minimizzare le infrastrutture fisiche al confine. Per il resto l'Irlanda del Nord rimarrebbe legata a Londra.

Ma se da una parte i colloqui sembrano lentamente avanzare, dall'altra si disfa quello che faticosamente si raggiunge: ieri lo stesso Stephen Barclay ha dichiarato che non c'è necessità di trovare una soluzione al confine irlandese prima della fine del 2020, quando terminerà il periodo di transizione e le attuali leggi europee cesseranno di essere applicate nel Regno Unito. Si è forse dimenticato che il periodo di transizione è previsto proprio nell'accordo imbastito dalla May e bocciato dai Comuni. Con il no deal non c'è la transizione.

Mancano 41 giorni.

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