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"Bossetti è troppo furbo per essere il killer di Yara"

I legali del muratore di Mapello tirano in ballo i testi dell'Fbi: "L'assassino è sadico, l'imputato ama il gatto"

"Bossetti è troppo furbo per essere il killer di Yara"

Troppo intelligente per essere uno stupido assassino. Ormai su Massimo Bossetti si può dire tutto e il contrario di tutto, senza mai rischiare di risultare ridicoli. E quindi, in tale contesto, ci sta pure l'arringa creativa degli avvocati del muratore di Mapello che ieri, al processo per l'omicidio della 13enne Yara Gambirasio (il cadavere fu ritrovato in un campo vicino la sua casa a Brembate il 26 febbraio 2011, tre mesi dopo la scomparsa) si sono lanciati in una difesa - diciamo così - piuttosto originale.

«Questo omicidio - hanno argomentato i legali dell'imputato davanti alla Corte d'Assise di Bergamo - non è un delitto normale, è stato commesso da un sadico, bruto, rozzo. E Massimo Bossetti non lo è. Ci hanno detto che questo è un omicidio a sfondo sessuale, ma la vittima non ha un graffio e anche la posizione in cui è stato trovato il cadavere nel campo di Chignolo d'Isola non coincide con questo tipo di reati». A questo punto gli avvocati di Bossetti hanno tirato in ballo perfino l'Fbi: «Secondo i testi dell'Fbi, recepiti dalla nostra polizia di Stato, gli omicidi a sfondo sessuale sono di due tipi: organizzati e disorganizzati e questo è disorganizzato perché non c'è pianificazione. Il profilo del killer in grado di commettere questo tipo di delitto, tracciato dagli investigatori americani, però, non coincide con Bossetti». «I testi parlano di quoziente intellettivo basso - hanno spiegato i legali - mentre tutti dicono che Bossetti è intelligente, furbo e scaltro».

Come dire: è troppo geniale per essere lui l'autore dei tanti errori commessi dal carnefice di Yara. I difensori del muratore proseguono: «L'omicida descritto dall'Fbi normalmente è disoccupato, ha pensieri intrusivi, soffre di stress, ha abitudini notturne, mentre l'imputato stava sempre a casa. È rissoso, ma Bossetti non litigava nemmeno con il gatto (sic)». Ieri in aula si è parlato - inutilmente - anche del video sadomaso che risulta essere stato visto dal pc portatile dei coniugi Bossetti. «Era solo un banner, non una ricerca diretta», hanno precisato gli avvocati del carpentiere; i sottili distinguo sul video (ma da quando vedere o no un video sul web è indizio di colpevolezza in un delitto? ndr) vanno avanti: «Si trattava di un suggerimento che il sito aveva fatto a chi in quel momento stava davanti allo schermo. Anche se vado sul sito di Tgcom si aprono dei banner, anche se di tutt'altro genere».

Cosa c'entri il Tgcom lo sa solo il collegio difensivo di Bossetti; idem per un'altra «fondamentale» annotazione, fatta ancora dagli avvocati di Bossetti per rintuzzare accuse spesso giuridicamente irrilevanti: «Non solo il muratore di Mapello guardava video osè sul computer, ma lo faceva anche la moglie Marita, sia con lui che da sola». Della serie: e chi se ne importa?

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