Politica

Braccio di ferro Lotti-Minniti per il posto di Delrio

RomaSecondo Matteo Renzi, il giorno buono potrebbe essere oggi o domani. Sergio Mattarella, in realtà, preferirebbe dopo Pasqua. Il capo dello Stato, che pure avrebbe spronato il presidente del Consiglio ad accelerare le sostituzioni dei ministri mancanti, poco avrebbe gradito le indiscrezioni fatte filtrare da Palazzo Chigi sul rimpasto. Così, preferirebbe attendere ancora qualche giorno per ricevere al Quirinale i nuovi ministri.

Nelle ultime ore, sembra che Matteo Renzi voglia comunque contenere il numero dei componenti del governo. Così, sta ragionando se ridurre i sottosegretari di Palazzo Chigi. Graziano Delrio, attualmente sottosegretario alla Presidenza e segretario del consiglio dei ministri, è destinato a sostituire Maurizio Lupi al ministero delle Infrastrutture. Rimarrebbe scoperta la sua posizione. In corsa ci sono Luca Lotti (che non trova sponde al Quirinale), che formalmente ha la delega per l'Editoria; e Marco Minniti (meglio visto al Colle), con la delega sui servizi segreti.

Entrambi corrono per la poltrona che presto lascerà libera Delrio. E se la scelta dovesse cadere su uno dei due, entrambi si porterebbero dietro le deleghe originali. Con il risultato che si ridurrebbe automaticamente il numero dei componenti del governo. Salvo colpi di scena, come l'ipotesi di Maria Elena Boschi al posto di Delrio.

Sulla carta, avrebbe più chance Minniti: da sempre il sottosegretario alla presidenza ha anche la delega sui servizi segreti. E Mattarella è uomo abituato a non stravolgere ruoli e istituzioni. Renzi, però, si fida di più di Lotti. Tant'è che a Palazzo Chigi si racconta che lo stesso Lotti si stia sempre più interessando alle questioni dell' intelligence , sovrapponendosi a Minniti.

Con qualche problema per i nostri 007, che non sanno più chi sia il loro referente istituzionale (oltre ai ministri di settore). Se devono far avere informazioni al premier, parlano con Lotti. Se devono seguire la scala gerarchica, dialogano con Minniti. Se poi a Palazzo Chigi si presentano i vertici dei Servizi, sono gli unici a non fare anticamera con Renzi.

Massimo D'Alema plaude all'idea di un ministero del Mezzogiorno, magari da inglobare con quello degli Affari regionali, lasciato libero da Maria Carmela Lanzetta. L'Ncd ritiene che, persa la casella delle Infrastrutture, quell'incarico spetti agli uomini di Alfano; con la balenata possibilità della gestione della programmazione dei Fondi europei. Circostanza praticamente impossibile, visto che tali competenze sono divise fra Sandro Gozi (Politiche europee) e ministero dell'Economia. E difficilmente ci potrebbe essere una riorganizzazione delle deleghe, salvo il blocco totale dei fondi.

Gaetano Quagliariello si chiama fuori dal toto-ministri.

Così per l'incarico che fu di Lanzetta, circolano i nomi di Valentina Castaldini, Erminia Mazzoni, Rosanna Scopelliti, Federica Chiavaroli.

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