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Il Brasile nella spirale della corruzione. Dopo Lula finisce in carcere anche Temer

Le tangenti pagate con la ristrutturazione di una casa intestata alla figlia

Il Brasile nella spirale della corruzione. Dopo Lula finisce in carcere anche Temer

San Paolo È il secondo ex presidente del Brasile a finire in carcere per corruzione in neanche un anno. Dopo l'arresto di Lula nell'aprile del 2018 ieri è stata la volta di Michel Temer, ex vice della delfina di Lula, Dilma, e poi presidente dal 2016 al 2018, dopo il di lei impeachment. A chiedere il suo arresto il giudice di Rio, Marcelo Bretas, nell'ambito dell'operazione Lava Jato, la Mani Pulite brasiliana che ha già compiuto 5 anni.

Questo nuovo filone di indagini che ha portato all'arresto di Temer è stato ribattezzato con un nome che più simbolico di così non si può: «decontaminazione». In particolare, infatti, l'ex presidente è accusato di aver intascato tangenti mascherate dietro la ristrutturazione di un immobile intestato a sua figlia in cambio di un contratto di due società private, l'AF Consult e l'Argenplan, con l'ente pubblico che gestisce l'energia nucleare in Brasile, l'Eletronuclear per un progetto alla centrale di Angra 3. Le immagini del suo arresto hanno fatto il giro del mondo. La polizia lo ha bloccato nella sua auto in mezzo alla strada a San Paolo. Temer non ha opposto resistenza ma al telefono poche ore dopo con un reporter della radio Cbn ha commentato l'arresto come «un atto barbaro».

Per i procuratori della Lava Jato, però, non ci sono dubbi. Nel mandato di arresto Temer è definito «il capo di un'organizzazione criminale che attua da più di 40 anni» alla quale sono stati «promessi, pagati o dirottati più di 1,8 miliardi di reais (circa 400 milioni di euro). Le indagini indicano che l'organizzazione criminale ha commesso diversi crimini coinvolgendo numerosi enti pubblici e imprese di Stato». Corruzioni e tangenti, insomma, sono la prerogativa negli ultimi anni di molti dei politici più importanti del Paese. E ieri ha colpito il silenzio di tutti i colleghi di partito di Temer, del Movimento per la Democrazia brasiliana (Mdb) che hanno spento prontamente i cellulari per non commentare. Solo uno stringato comunicato che ne sostiene l'innocenza.

Con Temer è stato arrestato anche l'ex ministro dell'Energia Moreira Franco, il quinto ex governatore di Rio a essere finito in carcere in questi ultimi anni. Il cerchio intorno all'ex presidente si era stretto da mesi ma è stata solo la perdita dell'immunità a permettere alla giustizia di poter fare il suo corso.

Su Temer pendono in totale una decina di inchieste, la più critica delle quali un presunto scandalo di corruzione relativo al porto di Santos, diventato l'hub per l'esportazione della cocaina sudamericana in Europa, gestita prevalentemente dalla ndrangheta calabrese. Per seguire da vicino l'operazione sono rientrati d'urgenza in Brasile il direttore generale della Polizia federale Mauricio Valeixo e il capo della Direzione investigativa anticrimine Igor Romario de Paula che si trovavano negli Stati Uniti con la delegazione del presidente, Jair Bolsonaro che ieri ha festeggiato il suo 64esimo compleanno proprio mentre Temer entrava in carcere.

Lo stesso dov'è recluso l'ex governatore della Rio olimpica, Pezão, naturalmente per corruzione.

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