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Brexit, c'è il nuovo ministro. Euroscettico e fedele a May

Dopo le dimissioni di Raab, la premier sceglie il moderato Barclay. Ma resta l'incubo della sfiducia

Brexit, c'è il nuovo ministro. Euroscettico e fedele a May

Londra Calma relativa a Downing Street dopo la tempesta. Theresa May riesce a ricompattare l'esecutivo dopo le turbolenze degli ultimi due giorni, sfidando a testa alta chi la vuole dimissionaria. Il ministro all'Ambiente Michael Gove, ha declinato l'offerta al vacante ministero per la Brexit, ma contrariamente alle prime indiscrezioni ha deciso di rimanere al proprio posto e sostenere l'accordo voluto da May pur mantenendo forti perplessità a riguardo. Lo spinoso incarico è quindi stato accettato da Steve Barclay, personaggio politico di tono minore, ma forte euroscettico e fedelissimo dell'ala moderata conservatrice. In tutta la sua carriera non ha mai votato contro il governo e mai come ora la May ha bisogno di circondarsi di persone come lui.

Barclay ha già annunciato che porterà avanti il lavoro di preparazione per l'uscita dall'Europa con o senza un accordo. Al ministero per il Lavoro e le Pensioni arriva invece Amber Rudd, ex ministro agli Interni costretta alle dimissioni dopo lo scandalo Windrush il tentativo di espellere centinaia di immigrati arrivati nel Regno Unito dalle colonie dell'impero negli Anni Cinquanta e Sessanta protetta dell'ex Cancelliere dello Scacchiere George Osborne, liberale ed europeista.

Così, con un colpo alla botte e uno al cerchio, Theresa May va avanti tra polemiche e dubbi. Da quanto riportava ieri la Bbc, durante il weekend la leader della Camera dei Comuni, Andrea Landsom presiederà l'ennesimo meeting dei ministri pro-Brexit che hanno ancora perplessità sull'accordo presentato mercoledì dal primo ministro.

Non si placano tuttavia le speculazioni su un eventuale mozione di sfiducia di May. Il leader dei Brexiteers ostili al documento, Jacob Rees-Mogg, nei giorni scorsi ha annunciato di aver inviato alla Commissione preposta una lettera chiedendo le dimissioni della premier e così hanno fatto altri 20 deputati conservatori. Per far scattare una nuova corsa alla leadership sono però necessarie 48 lettere e sebbene sia probabile che il numero dei firmatari sia maggiore di quanti hanno pubblicizzato la propria decisione, di certo per ora non sono sufficienti. Questo non ha impedito ai media di far partire il toto-nomi sui possibili successori. In testa alla classifica il quotidiano online iNews mette l'attuale ministro degli Esteri Sajid Javid, estremamente popolare per le sue politiche sull'immigrazione e per la buona gestione degli strascichi dello scandalo Windrush. Al secondo posto rimane l'ex ministro degli Esteri Boris Johnson, brexiteer di razza e storico avversario della May, solo ultimamente minacciato dalla crescente popolarità del collega Jacob Rees-Mogg, a capo dell'European Research Group e particolarmente influente nel partito. Nei giorni scorsi ha escluso una sua possibile candidatura, ma la situazione rimane fluida. Nel frattempo, con il passare dei mesi è mutata anche la percentuale dei cittadini britannici a favore della Brexit. Secondo l'ultimo sondaggio di Sky news, più della metà degli inglesi sono contro l'uscita dall'Europa e a favore di un secondo referendum. Soltanto uno su sette ritiene inoltre che l'accordo proposto da May sia meglio di un non accordo o della permanenza nell'Unione Europea.

Il 54% preferirebbe rimanere nell'Unione, il 32% vorrebbe uscire senza accordarsi e solo il 14% opterebbe per l'accordo negoziato dal governo britannico.

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