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La Brexit fa ricca Milano: tasse giù alle multinazionali

Milano offre burocrazia più snella e sconti fiscali per i manager stranieri in fuga da Londra

La Brexit fa ricca Milano: tasse giù alle multinazionali

Una task force per trasformare Milano nella nuova City, il centro della finanza europea. Lo scippo è in corso. Governo e Comune faranno squadra per attrarre sotto la Madonnina banche, imprese e quartier generali delle grandi multinazionali in fuga da Londra. «Dobbiamo fare di Milano la capitale Ue del post Brexit» ha sintetizzato il ministro degli Esteri Angelino Alfano ieri con il collega dell'Economia Pier Carlo Padoan al fianco del sindaco Beppe Sala a Palazzo Marino. La sfida per conquistare la sede dell'Agenzia del farmaco è solo un pezzo del quadro. Sala ha confermato che entro il 15 marzo verrà presentato il dossier di candidatura per l'Ema a Milano («la decisione verrà presa dall'Ue entro l'estate, è una partita delicata ma su cui contiamo molto»), i principali avversari per ora sono Amsterdam e soprattutto Vienna. Il Comune mette a punto «pacchetti» con condizioni vantaggiose dal punto di vista sanitario e per l'iscrizione dei figli nelle scuole riservati ai dipendenti che si trasferiranno. L'Agenzia del farmaco trasferirebbe da Londra a Milano un indotto a più zeri: ai mille dipendenti dell'Ema se ne calcolano almeno altri 2mila di aziende farmaceutiche che potrebbero aprire sedi nel capoluogo, il sindaco ci aggiunge «una decina di migliaia di notti di hotel all'anno e di biglietti aerei».

La scommessa è più ampia. «Milano è attrattiva, ogni mese c'è una nuova realtà che apre» sottolinea Sala. Non è un azzardo, la settimana è iniziata con l'annuncio di una cittadella di Amazon vicino al quartiere di Porta Nuova dove si sono già insediati (tra gli altri) Google Italia, Samsung. Giorni fa ha aperto la nuova sede di Microsoft. Parte anche da qui la scelta del governo di puntare sul capoluogo lombardo e creare una task force con Comune, Consob, Banca d'Italia, Agenzie delle Entrate, Guardia di Finanza (e Camera di Commercio e Assolombarda hanno già accettato l'invito ad aderire) per convincere non solo l'Ema, ma anche altre istituzioni, banche, imprese e singoli manager a trasferirsi, offrendo un unico luogo dove reperire le informazioni utili per ricollocarsi in Italia.

Pronti due opuscoli, uno col logo del Comune («Milano building the future») l'altro del governo («Italy is now and next») del Ministero delle Finanze per spiegare le opportunità, seguiranno road show a Londra e New York. «Milano si presenta come qualcosa di particolare in Italia, non ha alcuni importanti limiti e colli di bottiglia rispetto ad altre città - sostiene Alfano -. La giustizia civile è a livelli europei, la metropolitana funziona bene e costa meno che a Londra, anche sicurezza e burocrazia sono punti di forza». Padoan ci aggiunge che «è uno dei luoghi dove i processi di riforme strutturali del governo funzionano meglio». Ricorda che nella legge di Bilancio approvata lo scorso dicembre «sono già previsti incentivi fiscali per attrarre capitale umano. I manager che si trasferiranno in Italia per 5 anni saranno tassati solo sul 50% della loro retribuzione e chi ha importanti fortune all'estero, pagherà una tassa unica da 100 mila euro per i redditi che sono maturati fuori dal territorio italiano». Messaggio: venite in Italia e pagherete poche tasse. Non si è parlato invece per ora dell'ipotesi di una no tax area nell'ex sede Expo.

Opportunità che gli esponenti del governo e Sala ieri hanno ripetuto ai rappresentanti della stampa estera che hanno incontrato insieme a esponenti delle imprese e della finanza, presenti tra gli altri l'ad di Unipol Carlo Cimbri, il presidente emerito di BancaIntesa Giovanni Bazoli, l'ex presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, il numero uno di Fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti, l'immobiliarista di Coima Manfredi Catella che ha ammesso: «Gli investitori internazionali guardano con grande interesse all'Italia in generale e a Milano in particolare. Fondi sovrani e private equity sono alla ricerca di progetti industriali di lungo periodo». Sul progetto c'è un'intesa bipartisan, «sul modello Expo» ripetono gli attori. Il presidente della Commissione Finanze delle Camera, Maurizio Bernardo (Ap) conferma: «La consulta di 100 esperti che mi affianca nella stesura di progetti e iniziative, anche di legge, accoglie con favore l'appello di Sala ed è pronta a fare squadra per portare l'Ema a Milano e realizzare il distretto finanziario». La ccordinatrice regionale Fi Mariastella Gelmini si augura però che la presenza dei ministri «non sia solo una parata».

Sala - sempre meno renziano - allunga il governo Gentiloni: «Abbiamo questioni calde da affrontare e prossimi mesi saranno delicatissimi, facciamo lavorare questo governo».

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