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Brexit, Londra senza cibo e medicine

Il rapporto: con "no-deal" sarà il caos. Emanato il decreto che cancella tutte le leggi Ue

Brexit, Londra senza cibo e medicine

Scaffali vuoti, benzina esaurita, porti e aeroporti nel caos, medicinali che scarseggiano, contestazioni al nuovo confine con l'Irlanda. Si chiama «Operazione Yellowhammer» il documento governativo riservato che delinea lo scenario apocalittico del Regno Unito in caso di Brexit senza accordo. Ma è stato anche varato un atto ufficiale di rottura con la Ue. Ieri Downing street ha annunciato il provvedimento che cancella l'adozione nell'ordinamento nazionale delle norme europee. In sostanza l'abolizione dell'European Communities Act del 1972 che sarà efficace dal momento dalla data della Brexit, il prossimo 31 ottobre.

Il Sunday Times è venuto in possesso di una copia del documento riservato e l'ha pubblicata in esclusiva. Redatto dall'Ufficio di gabinetto, il dossier svela i piani segreti dell'esecutivo di Boris Johnson per evitare un collasso totale nelle infrastrutture nazionali. Michael Gove, neoministro della Brexit, ha lavorato a ritmo febbrile nelle ultime settimane, presiedendo una dozzina di meeting del «Brexit war cabinet», noto come XO tra gli addetti ai lavori. La commissioneha il pieno controllo dell'operazione Yellowhammer.

Il rapporto espone con onestà le sfide che il Paese sarà chiamato ad affrontare se abbandonerà l'Europa senza accordo. Sfide che farebbero tremare i polsi anche al leaver più coraggioso. E che per di più saranno affrontate da un popolo e da un sistema affaristico frastornati da due anni di trattative inconcludenti. «La preparazione del pubblico e delle aziende al no deal rimane molto bassa - si legge nel rapporto - a causa dell'assenza di decisioni chiare». Una seconda fonte governativa ha ammesso con il Times di aver perso la capacità di dire la verità ai cittadini che ormai non credono più a nessuno. Neppure le amministrazioni locali vogliono rispondere sullo stato delle loro preparazione in caso di Brexit «dura e pura».

Ma le conseguenze che questa uscita avrebbe, come vengono delineate dal documento, precipiterebbero la Gran Bretagna nel caos. Il governo si aspetta il ripristino di un confine fisico tra le due Irlande che susciterebbe proteste, blocchi stradali, azioni dirette e forse violente. Il trambusto ai confini provocherebbe ritardi nella consegna delle merci, influenzerebbe la distribuzione regolare di carburante, rallenterebbe anche il traffico nei porti. I passeggeri sarebbero costretti ad affrontare ritardi e problemi organizzativi negli aeroporti europei, alla stazione internazionale di St. Pancras, all'Eurotunnel e a Dover. Le forniture di medicinali subirebbero per questo motivo gravi ritardi. Anche la fornitura di cibo fresco sarebbe notevolmente ridotta con un conseguente aumento dei prezzi. I costi sarebbero più alti pure nel settore dell'assistenza sociale. Non esattamente un quadro rassicurante quello delineato dal documento che il Times diffonde proprio mentre il Primo Ministro si accinge a incontrare Emmanuel Macron e Angela Merkel, prima del summit di Biarritz di questa settimana. Sembra che Johnson voglia chiedere un nuovo accordo e che la controparte abbia già declinato l'invito. E il documento pubblicato dal Times rivela anche che il governo, per la prima volta, si aspetta un trattamento durissimo da parte dell'Europa. «In questo modo Bruxelles si assicurerà che a nessun Paese venga in mente di riprovarci - ha commentato una fonte di Whitehall -.

Noi siamo la vittima sacrificale necessaria per tenere unita l'Unione».

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