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Bruxelles, caccia all'uomo dopo la sparatoria e il blitz Jihadisti ancora in fuga

Nel covo armi e una bandiera dell'Isis Il governo belga: «La minaccia resta»

C ontinuano i blitz e la caccia all'uomo delle teste di cuoio belghe per scovare i terroristi islamici che si annidano a Bruxelles. L'operazione delle forze speciali della polizia, martedì a Forest, non lontano dal quartiere di Molenbeek, diventato celebre perché luogo di incontri, frequentazioni e covi degli attentatori che hanno colpito in Francia, ha avuto un bilancio non troppo positivo. Uno dei presunti terroristi è rimasto ucciso ma, durante il blitz, sono rimasti feriti anche quattro agenti e due sospetti jihadisti, che hanno accolto sparando gli agenti, sono ancora in fuga. Ieri sono emersi anche i dettagli dell'operazione. Il commando di teste di cuoio, composto da quattro agenti belgi e due francesi, ha fatto irruzione nel pomeriggio in un appartamento in rue du Dries, che secondo gli inquirenti era stato usato come base per preparare gli attacchi del 13 novembre scorso a Parigi, dove sono morte 130 persone. Da dopo gli attacchi, Bruxelles e Parigi hanno deciso di unire le forze e di collaborare nelle indagini per snidare i jihadisti, e da diverso tempo stanno compiendo operazioni congiunte. Questa volta erano sulle tracce delle false identità utilizzate dal gruppo di terroristi pronti a compiere nuovi attentati, seguendo la pista delle conoscenze di alcuni degli 11 arrestati in Belgio.In rue du Dries i poliziotti credevano che l'abitazione fosse vuota ma, una volta entrati, si sono trovati di fronte almeno due uomini armati, uno di kalashnikov l'altro di pistola. Nello scontro a fuoco uno dei terroristi è stato ucciso da un tiratore scelto appostato nel palazzo di fronte, mentre quattro poliziotti, fra cui un francese, erano rimasti feriti. Ma almeno due pericolosi jihadisti sarebbero scappati scatenando un massiccia caccia all'uomo in Belgio. Nell'operazione sono state arrestate anche due persone poi rilasciate senza essere incriminate. Erano due fratelli, Khalid e Ibrahim El Bakraoui, già conosciuti dalle forze dell'ordine, ma la procura non è riuscita ancora a determinare se vi sia qualche legame fra i fermati e i due terroristi in fuga dopo la sparatoria. Il terrorista ucciso sarebbe Mohamed Belkahid, 27 anni, algerino clandestino. Secondo gli investigatori è lui l'affittuario dell'appartamento a Charleroi che sarebbe stato usato come base per preparare gli attentati a Parigi. Sul posto sono stati trovati: un kalashnikov, 11 caricatori, una bandiera dello Stato islamico e un libro sul salafismo. La polizia scientifica ha trovato anche le impronte digitali di Bilal Hadfi, il kamikaze che si è fatto esplodere davanti allo Stade de France il 13 novembre, e di Abdellahmid Abbaoud, la mente della strage di Parigi. L'allarme rimane alto e si sono fatti vivi anche gli hacker che hanno preso di mira il sito internet del premier belga, rendendolo inutilizzabile per diverse ore. Gli autori dell'attacco si sono firmati @downsecbelgium e hanno rivendicato l'azione su Twitter. Le autorità belghe però non hanno precisato se l'attacco è da mettere in relazione con l'operazione antiterrorismo. Insomma, regna la confusione, tanto che il ministro della Giustizia belga ha deciso di saltare il vertice Ocse all'ultimo momento per rimanere a Bruxelles e poter seguire le operazioni antiterrorismo. Il segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria, annunciando la defezione, ha sottolineato che quanto è successo in Belgio «ci ha ricordato il pericolo del terrorismo».Nel frattempo continuano a ritmo serrato le perquisizioni in tutta la capitale belga. Sono stati perquisiti un appartamento, una trentina di box e un hangar, ma a quanto pare senza successo. Il premier belga Charles Michel ha invitato la popolazione a rimanere calma ma ha annunciato nuovi blitz: «Dopo quella di martedì, ci saranno altre operazioni di polizia nelle ore e nei giorni a venire.

La minaccia rimane».

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