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Da Bruxelles ok alla manovra Corte dei Conti lancia l'allarme sulla stangata dell'anticipo Iva

Antonio Signorini

Roma Il governo intende «introdurre modalità accelerate nei rimborsi Iva in concomitanza con l'estensione dello split payment». Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan parla della manovra e viene bersagliato di domande sull'anticipo dei pagamenti Iva per aziende e professionisti che lavorano per lo Stato, le società partecipate e quelle quotate in borsa. Una misura contenuta nella manovra che permette allo Stato di fare cassa, ma sottrae liquidità ai privati. E gli impedisce di compensare gli eventuali crediti con lo Stato con il pagamento dell'imposta. Una situazione esplosiva, tanto che a via XX Settembre si cerca, appunto, di compensare accelerando i pagamenti dei debiti fiscali dello Stato. Una mezza ammissione di colpa che arriva dopo le proteste delle imprese e in contemporanea all'allarme della Corte dei conti che in documento depositato in Parlamento chiede di «evitare che gli aggravi sui contribuenti fedeli divengano eccessivi».

Di diverso avviso il direttore dell'Agenzia delle Entrate Rossella Orlandi. Sempre alle audizioni parlamentari sulla manovra correttiva ha difeso lo split payment, che ha già fatto recuperare allo Stato 2,5 miliardi di Iva. Come se non bastasse, Orlandi ha giustificato la stretta sulle compensazioni. Già oggi molti privati falliscono nonostante abbiano crediti verso la Pa. La compensazione «rappresenta un importante strumento per agevolare la liquidità delle imprese, ma nel contempo deve essere adeguatamente presidiato per evitare che gli abusi determinino effetti negativi», ha spiegato Orlandi.

In realtà la stretta serve a fare cassa. E questo obiettivo è stato centrato, visto che ieri è arrivato un primo, mezzo, via libera della Commissione europea alla manovra. Il vicepresidente della Commissione responsabile per l'Euro, Valdis Dombrovskis ha detto che «a prima vista» l'Italia avrebbe rispettato l'impegno di una correzione dello 0,2% di Pil come chiesto da Bruxelles per non aprire una procedura per deficit eccessivo. Un via libera che riguarda le cifre contenute nella manovra, non le coperture che suscitano ancora dubbi a Bruxelles. I problemi arriveranno dal 2018. La prossima legge di Bilancio già porta in dote una manovra che vale un punto percentuale di Pil, come ha ricordato ieri l'Ufficio Parlamentare di Bilancio. Dubbi sulle entrate da privatizzazioni, sulle previsioni di crescita. I margini di manovra, ha certificato la Corte dei conti, sono limitatissimi.

Secondo i giudici contabili è ad esempio impossibile attingere ancora da misure di recupero dell'evasione, come lo split payment.

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