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Bruxelles più morbida: "Pronti a dare più tempo"

Nella mattina di ieri Donald Tusk, presidente del Consiglio Europeo, è intervenuto via Twitter annunciando che chiederà ai leader degli stati europei di convergere verso "una lunga estensione (dell'articolo 50)"

Bruxelles più morbida: "Pronti a dare più tempo"

Londra Nella mattina di ieri Donald Tusk, presidente del Consiglio Europeo, è intervenuto via Twitter annunciando che chiederà ai leader degli stati europei di convergere verso «una lunga estensione (dell'articolo 50) se il Regno Unito lo riterrà utile per ripensare la sua strategia di Brexit e raccogliere il consenso necessario». Tusk, durante il summit dell'Ue con la Lega Araba di fine febbraio, aveva già auspicato l'estensione dei termini di uscita del Regno Unito dall'Unione Europea, definendo questa eventualità come «razionale».

Tuttavia l'importanza del tweet è che si inserisce nel mezzo di una tre giorni fondamentale per le sorti della Brexit, con i Comuni impegnati a votare su no deal, secondo referendum ed estensione dell'articolo 50 (cioè dei termini temporali di uscita dall'Ue). La «lunga estensione» serve in primis a evitare di ritrovarsi fra un paio di mesi allo stesso punto morto attuale, senza nessuna via d'uscita. Ma l'intervento di Tusk è stato anche letto da molti politici e commentatori come il tentativo di aumentare al massimo la pressione sui brexiteer, per indurli ad appoggiare il piano May: o sostenete l'accordo che finora avete respinto o la Brexit sarà rinviata di almeno un anno. Procrastinare così a lungo l'uscita di Londra dall'Ue potrebbe far saltare il banco e la prospettiva di nuove elezioni politiche diverrebbe molto più concreta. Un nuovo governo potrebbe significare un nuovo approccio, una nuova strategia, un nuovo piano per la Brexit, sempreché decida di continuare a rincorrerla e non apra invece la porta a un secondo referendum (ieri comunque bocciato dal Parlamento e dagli esiti imprevedibili). Lasciate perdere la vostra idea di Brexit, è il messaggio di Tusk alla settantina di deputati conservatori più accanitamente contro il piano May. Prendete ciò che potete avere ora, o rischiate di non avere nulla. È lo stesso messaggio lanciato in diverse interviste televisive dal ministro del Tesoro Philip Hammond che ha avvisato i rivoltosi parlando di un possibile piano alternativo appoggiato anche dal Labour.

Qualora si andasse verso una lunga estensione dei termini di uscita dall'Ue, Londra parteciperà al rinnovo del parlamento europeo di maggio. Una prospettiva a lungo osteggiata dal primo ministro inglese. E che non convince del tutto nemmeno molti politici europei che vedono il rischio di una campagna europea caratterizzata da forti toni populisti.

Che il rinvio della Brexit sia breve o lungo dipenderà dall'eventuale richiesta di Londra e dalla successiva approvazione, all'unanimità, di tutti i 27 paesi dell'Unione. Come ripete spesso Theresa May, se nulla correggerà la rotta attuale si va dritti verso un'uscita senza accordo.

Mancano 14 giorni.

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