Cronache

Per Budrio un altro sabato di terrore

Sette giorni dopo torna l'incubo del killer, aspettando ancora la cattura

Per Budrio un altro sabato di terrore

nostro inviato a Budrio (BO)

L'hanno preso, no, è in fuga a piedi, ha i minuti contati, le ore, o forse no. Una settimana esatta dopo l'assassinio di Davide Fabbri per Budrio è un altro sabato di emozioni. Otto giorni fa alle 21,30 Ivan il Russo, Ivan il Terribile, cioè Ivan Vaclavic di anni 41, l'ex soldato dell'armata russa di origini uzbeke, aveva freddato il cinquantaduenne titolare del bar Gallo in località Riccardina, che aveva avuto la sola colpa di reagire a una rapina a mano armata. Ieri sera attorno alle 19 la bestia è tornata a sparare a qualche decina di chilometri di distanza da qui, nel Ferrarese, ammazzando un agente della polizia provinciale e ferendone un altro. Inizialmente pareva che fosse stato catturato e Budrio aveva indossato il sorriso delle occasioni buone, poi la notizia è stata smentita e il paese è tornato a tremare.

Ieri Budrio aveva comunque deciso il ritorno alla normalità, dopo giorni in cui tutti gli eventi erano stati cancellati o spostati per il lutto dovuto alla morte del povero Davide, di cui giovedì si sono celebrati i funerali. Ieri al Teatro Consorziale del paese era in programma «Storie di Claudia», uno spettacolo con Claudia Gerini, che non era stato cancellato. E anzi il teatro è diventato un'agorà brulicante di emozioni e umori contrastanti, in tanti c'era la voglia di avere buone notizie per riscoprire il piacere di guardarsi negli occhi e sorridere e poi tornare a casa a dormire un po' più tranquilli. Allo spettacolo è andato anche il sindaco Giulio Pierini, guardando e riguardando i tanti messaggini delle forze dell'ordine, dei collaboratori, dei concittadini. «La notizia della cattura non è confermata - ci dice - anche se certo, se dovesse essere così sarebbe bello, da una settimana la nostra vita è cambiata, non posso negare che siamo preoccupati, anche se io cerco di tranquillizzare tutti».

Da giorni andava in scena la caccia all'uomo nelle campagne tra la parte orientale della provincia di Bologna e la provincia di Ferrara, dove Valcavic spadroneggiava da anni, rapinando, uccidendo quando serviva, nascondendosi nei mille luoghi dimenticati di questa terra piatta. Nei giorni scorsi erano arrivati dalla Calabria anche i militari dello squadrone eliportato Cacciatori di Calabria, specializzati nello scovare latitanti e rapiti in campagne anche più selvagge e impervie di queste. Cani da fiuto addestrati a cercare topi da fogna abituati a rendersi invisibili e a farsi vivi solo per fare del male. Militari ginti qui per stanare Ivan perché quello è il loro mestiere e per rispondere alla domanda muta di sicurezza e giustizia dei cittadini di questo angolo di Bassa.

Budrio ha il fiato sospeso. Comunque andrà a finire il secondo sabato consecutivo di ansia, nessuno dimenticherà questa settimana.

I fucili (per chi ce l'ha) resteranno per un po' sotto al letto, a ogni rumore i budriesi sobbalzeranno come prima non facevano, perché la paura non è una macchia che si cancella con un colpo di spugnetta, ci mette un attimo ad arrivare e una vita a passare.

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