Politica

Bufera sul pallone Mezza serie A accusata di evasione fiscale

Anche Napoli, Milan, Lazio, Juve e Fiorentina nell'inchiesta di Napoli su operazioni di mercato Ma pure star come Lavezzi, Crespo e Milito

Simone Di MeoNapoli A dieci anni esatti da Calciopoli, la Procura di Napoli torna a scuotere il mondo del pallone. Stavolta ad appestare l'aria non è il sigaro di Luciano Moggi (anche se un Moggi c'è sempre, il figlio Alessandro) ma una gigantesca presunta evasione fiscale con tanto di false fatturazioni. Imbrogli di carta e non di cuoio, per gli investigatori.I numeri: 64 indagati, 30 perquisizioni, sequestri per 12 milioni. Nel mirino Napoli, Fiorentina, Juve, Lazio e Milan e una miriade di squadre minori. Sott'inchiesta attuali e vecchi patron di serie A, B e Lega Pro: l'ad rossonero Adriano Galliani, il numero uno della società partenopea Aurelio De Laurentiis, Claudio Lotito (Lazio), l'ex presidente e ad della Juventus Jean Claude Blanc, Andrea Della Valle (Fiorentina), Enrico Preziosi (Genoa), Edoardo Garrone (ex Sampdoria), Massimo Mezzaroma (Siena), Igor Campedelli (ex Cesena), Luigi Corioni (ex Brescia), Pasquale Foti (ex Reggina) e Tommaso Ghirardi (ex Parma) oltre ad Aldo Spinelli (Livorno) e Massimo Zamparini (Palermo). I pm parlano di un «radicato sistema per evadere le imposte» basato sulla complicità dei procuratori che fatturando ai club consentivano da un lato alle società di «poter completamente dedurre dal reddito imponibile queste spese, beneficiando altresì della detrazione dell'imposta sul valore aggiunto» e dall'altro sollevavano l'atleta dal pagamento della consulenza. Si creava così un «reddito da imputare effettivamente al calciatore» rispetto al quale la compagine «ometteva il pagamento delle ritenute fiscali e previdenziali». In alcuni casi, i manager di nazionalità argentina nascondevano all'erario italiano e a quello sudamericano i compensi schermandoli dietro società con sede in paradisi fiscali.La guardia di finanza, coordinata dai pm Piscitelli, De Simone, Capuano e Ranieri, si è soffermata in particolare su una trentina di trasferimenti di giocatori sia all'estero che in Italia. Come quelli di Guglielmo Stendardo (dalla Lazio all'Atalanta), Nicola Legrottaglie (dalla Juventus al Milan), Fabio Liverani (dalla Fiorentina al Palermo), Antonio Nocerino (dalla Juventus al Palermo), Adrian Mutu (dalla Juve alla Fiorentina), Ciro Immobile (dalla Juve al Genoa), Massimo Oddo (dal Milan al Lecce), Emanuele Calaiò (dal Siena al Napoli), Morgan De Sanctis (dal Siviglia al Napoli), Hernan Crespo (dal Chelsea all'Inter), Diego Milito (dal Genoa all'Inter), Ezequiel Lavezzi (dal San Lorenzo al Napoli e dal Napoli al Paris St. Germain) e German Denis (dall'Udinese all'Atalanta). In totale sono 9 i procuratori sott'inchiesta (tra cui Moggi jr appunto, Riccardo Calleri e Marco Sommella) mentre più nutrita è la pattuglia dei giocatori nei guai: Gustavo German Denis, Juan Fernando Quintero, Adrian Mutu, Ciro Immobile, Matteo Paro, Hernan Crespo, Pasquale Foggia, Antonio Nocerino, Marek Jankulovski, Cristian Gabriel Chavez, Ignacio David Fideleff, Ivan Ezequiel Lavezzi, Gabriel Paletta, Emanuele Calaiò, Cristian Molinaro, Rios Pabon, Diego Alberto Milito.L'inchiesta è partita nel 2012 per puro caso: indagando su una sospetta serie di rapine ai calciatori del Napoli, gli inquirenti intercettarono una telefonata tra Lavezzi e il suo procuratore riguardo all'apertura di un conto corrente in una banca svizzera per conto del compagno di squadra Chavez.

Un interessamento inusuale da parte del fuoriclasse azzurro che, quattro anni dopo, ha portato l'Ufficio giudiziario partenopeo a ipotizzare uno schema truffaldino riprodotto su vasta scala dalla Sicilia alla Lombardia.

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