Economia

Ma la "bussola" degli italiani parlava francese

Errori e sviste nell'operazione lanciata ad aprile. Il consulente? Bnp-Paribas

Ma la "bussola" degli italiani parlava francese

Che la conquista di Stx da parte di Fincantieri non sarebbe stata una passeggiata di salute lo si era capito prima ancora che venisse firmato all'inizio di aprile il memorandum of understanding, in sostanza un documento legale che sancisce un'intesa bilaterale. Ma non un accordo definitivo. E questa sarebbe stata la prima svista: non assicurarsi il pagamento di laute penali da parte di Parigi in caso di ritardo o mancato rispetto degli impegni presi con il memorandum.

L'errore strategico più grosso resta, però, la scelta dei tempi: perchè firmare un'intesa per giunta preliminare con il presidente Hollande (che a febbraio, nell'incontro bilaterale con l'ex premier Renzi «aveva parlato di consolidamento, citando espressamente la cantieristica come uno dei settori prioritari da cui partire») sapendo che dopo poco - il 7 maggio - la poltrona all'Eliseo sarebbe cambiata con il rischio che il nuovo presidente avrebbe potuto (come è successo) fare marcia indietro? Fra l'altro, alla fine di marzo nel bel mezzo della campagna elettorale erano spuntate le voci su una possibile nazionalizzazione temporanea di Stx. In quei giorni si era infuriato il presidente di Cdp, azionista di controllo di Fincantieri, Claudio Costamagna, definendo la posizione dei francesi «vergognosa e inaccettabile». Eppure a chi ha affidato Cdp l'incarico di unico advisor dell'operazione Stx, ovvero di consulente strategico su modalità e tempi della conquista dei cantieri di Saint Nazaire? A una banca francese, Bnp Paribas. Di cui, fra l'altro, l'attuale ad di Cdp è stato responsabile delle attività in Italia (oltre ad aver guidato la controllata Bnl).

Non solo. Lo scorso 23 maggio, sottolineando già che le acque fra Roma e Parigi sarebbero diventate assai agitate, il Giornale aveva ricordato che il capo di gabinetto di Macron all'Eliseo, Alexis Kohler, proveniva dal gruppo Msc di cui è stato direttore finanziario. Il 2 giugno, ecco il siluro dell'armatore Gianluigi Aponte (nato a Sorrento ma con passaporto Svizzero) fondatore del colosso delle crociere che in un'intervista a Le Monde assicura che farà «di tutto per evitare che Fincantieri saccheggi Saint Nazaire». Come? Entrando nel capitale di Stx, ça va sans dire, al fianco dell'altro grande cliente dei cantieri francesi ovvero Royal Caribbean.

Insomma gli indizi per sospettare che la volpe Macron avrebbe ribaltato la nave c'erano tutti.

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