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Busta con proiettili a Gianfranco Rotondi per le sue posizioni sui vitalizi

L'ex ministro del governo Berlusconi IV ha ricevuto ieri una lettera minatoria con due proiettili nella sua abitazione di Roma. Nel mirino le sue posizioni sulla questione dei vitalizi

Busta con proiettili a Gianfranco Rotondi per le sue posizioni sui vitalizi

È davvero un brutto episodio quello che ha visto protagonista, suo malgrado, l'ex ministro Gianfranco Rotondi, destinatario ieri pomeriggio di una busta di minacce contenente alcuni proiettili.

L'involucro, recapitato nell'abitazione romana del leader di Rivoluzione Cristiana, già ministro per l'attuazione del programma nel governo Berlusconi IV nella seconda metà degli anni Duemila, conteneva due proiettili Magnum 357 avvolti in un ritaglio di giornale del quotidiano Libero. Il pezzo ritagliato dal mittente risaliva al 6 agosto scorso e faceva riferimento ad altre minacce di morte sempre contro Rotondi, espresse questa volta via internet, a causa della posizione del politico avellinese in merito alla questione dei vitalizi, su cui si era sempre schierato contro le tesi dell'antipolitica.

Non è la prima volta, purtroppo, che l'ex ministro viene minacciato: il 21 agosto scorso aveva già sporto denuncia per altre intimidazioni e minacce di morte di cui era stato fatto oggetto attraverso i social network. Ora, anche la busta con i proiettili, su cui hanno subito iniziato a fare i propri rilievi gli uomini della polizia scientifica.

In un coro di attestazioni di solidarietà, merita di essere ricordata quella tributata a Rotondi dall'Aula della Camera, che ieri gli ha tributato un applauso di solidarietà, con il vicepresidente Roberto Giachetti che ha parlato di "una grave intimidazione". Sommerso da un coro di dichiarazioni di vicinanza bipartisan, il deputato campano è intervenuto oggi con un messaggio telegrafico postato su Twitter: "Non avevo nemmeno dato notizia del vile gesto di ieri. Per dire che se era una intimidazione non ha funzionato.

Grazie a tutti per la solidarietà".

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