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C'è un nono killer in fuga, in un sms il via alla strage

Parigi conferma: si cerca un altro attentatore. Trovato un cellulare dal commando. Siringhe nell'appartamento di Salah, che è stato portato in Belgio. Arresti in Germania

C'è un nono killer in fuga, in un sms il via alla strage

Appena cinque chilometri separano lo stadio Re Baldovino dal quartiere ad alta densità jihadista di Molenbeek. In quel tratto di strada si sono decise le sorti di Parigi. Bruxelles resta al centro delle operazioni di polizia collegate ai sanguinosi attentati che hanno provocato la morte di 129 persone. Hamza Attou, uno dei due autisti che sabato ha riportato Salah Abdeslam da Parigi in Belgio, ha spiegato agli inquirenti di aver lasciato il super-ricercato (nelle ultime ore Parigi sarebbe sulle tracce di un secondo fuggitivo) proprio nei pressi dello stadio.

Nello stesso impianto, nato sulle ceneri del tristemente noto Heysel, ieri sera avrebbero dovuto affrontarsi i padroni di casa del Belgio e la Spagna, ma la gara di calcio è stata annullata per ragioni di sicurezza. Attou era stato arrestato lunedì a Bruxelles assieme a Mohamed Amri con l'accusa di aver agevolato la fuga di Salah. Durante le perquisizioni nelle loro abitazioni è stato ritrovato nitrato di ammonio, una scoperta che fa ritenere agli inquirenti che i due possano essere gli artificieri degli attacchi di Parigi. Al momento Attou e Amri hanno confessato solo il ruolo di «tassisti». Sarebbe stato Salah a telefonare ai due complici nella notte di venerdì chiedendo un passaggio. Secondo una ricostruzione fornita da fonti vicine alla polizia belga i due avrebbero recuperato il terrorista verso le 5 del mattino a Barbes, uno dei quartiere parigini che ha la maggiore concentrazione di arabi. E lo avrebbero ricondotto in Belgio a bordo di una Golf, superando indenni tre controlli delle forze dell'ordine. L'auto si è quindi diretta verso lo stadio Baldovino, ad appena quattro fermate di bus dal cuore di Molenbeek. Questo fa ritenere che Salah potrebbe addirittura essere tornato nel suo quartiere, per nascondersi nella casa di qualche fiancheggiatore.

Nel quartiere suo fratello Brahim, 31 anni, uno dei kamikaze che si è fatto esplodere venerdì, gestiva il pub «Les Beguines», considerato un luogo di consumo di sostanze stupefacenti e fatto chiudere dal borgomastro Francoise Schepmans con un'ordinanza del 2 novembre scorso. Salah e Brahim Abdeslam sono rimasti a Molenbeek almeno fino a inizio della scorsa settimana. È quanto sostiene il titolare di origini italiane di una pizzeria del quartiere, Giuseppe Di Bari. L'uomo ha raccontato di aver servito a più riprese pizze d'asporto, le ultime appunto lunedì 9 novembre. Un terzo fratello, Mohamed, ha invece lanciato un appello dal canale BFM-TV affinché Salah si consegni alla giustizia. «Il meglio è che si arrenda affinché la polizia possa fare piena luce su tutta questa storia. Siamo una famiglia, pensiamo a lui, ci chiediamo dove si trovi in questo momento, se ha paura, se si sta nutrendo».

Le operazioni di polizia si stanno estendendo anche in Germania, dove ad Alsdorf, nei pressi di Aquisgrana, sono state fermate e poi rilasciate sette persone. Uno di loro sembrava la fotocopia di Salah Abdeslam. Intanto sarebbe stato trovato il telefono cellulare di uno degli attentatori, l'ultimo sms prima della mattanza: «Ok siamo pronti». La polizia francese ha invece confermato l'esistenza di un non terrorista: al momento però non è chiaro se sia ancora in fuga, o se sia uno dei due complici arrestati in Belgio. Ieri sera intanto lo stadio re Baldovino è stato presidiato pur rimanendo chiuso. Un attacco come quello allo Stade de France, in occasione di Francia-Germania, è stato valutato possibile dal premier Charles Michel. In queste ore, a proposito della sfida annullata contro le Furie Rosse di Spagna, stanno emergendo particolari inquietanti. Riguarderebbero minacce rivolte dai jihadisti ai calciatori di origine marocchina che fanno parte della squadra allenata da Marc Wilmots. Su tutti l'asso del Manchester United Marouane Fellaini, la cui famiglia è originaria di Tangeri, e quello del Tottenham Nacer Chadli (di Agadir).

Fellaini è accusato dagli integralisti di non versare la zakat, l'obbligo religioso prescritto dal Corano di purificazione della propria ricchezza, mentre Chadli di giocare per un club i cui azionisti sono ebrei.

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