Politica

«C'è poca neve e vento gelido Così le piste sono diventate trappole»

Il presidente dei maestri di sci: la prudenza resta fondamentale

Lucia Galli

Tre giorni, tre incidenti sulla neve, tre bambini coinvolti, oltre a due adulti. Sauze d'Oulx, Sappada e Renon: le Alpi delle feste si trasformano in un abisso di tragedia per tre famiglie in vacanza. Sugli sci e con lo slittino: errore umano, distrazione nella lettura dei cartelli, sottovalutazione del limite, soprattutto quando sulla neve portiamo i nostri figli.

La prudenza, compagna necessaria di ogni gita sulla neve è stata probabilmente la grande assente in questi tre incidenti: lo pensa anche Maurizio Bonelli, presidente Amsi, Associazione Maestri Sci Italiani, che riunisce oltre 12mila professionisti in tutta Italia.

È un inverno strano, presidente? Tanto sole, poca neve. Magari si osa di più?

«Lavoro in Trentino e in queste vacanze ho visto molta gente. Ci siamo riappropriati della montagna come non accadeva da anni, ma questo è per ora un inverno con poca neve naturale e serve molta attenzione».

Ci spieghi: in fondo la neve programmata, insomma «sparata», è spesso più omogenea di quella naturale

«Sì, ma le piste possono in alcun casi essere più strette e il campo di azione va sempre considerato. C'è poi un altro fattore in questi giorni».

Quale?

«Il vento è stato forte e ha creato accumuli di neve, lasciando emergere placche e ghiaccio altrove. La pista può sembrare a macchie. Da una parte il manto è soft e facile e d'improvviso e durissimo, come vecchio e più ostico».

Valutare male una traiettoria può essere stata alla base del primo incidente del papà e della bimba finita fuori pista, ma anche alle due allieve dello sci club che si sono scontrate

«Non sta a noi dire. Credo sia importante che i genitori investano in sicurezza per i propri figli. Non solo con attrezzatura e abbigliamento al top. In condizioni magari di tempo buono, ma di piste ventate, scegliere un maestro, soprattutto se sono i primi giorni sulla neve, può fare la differenza»

Col maestro si scende ovunque, si diceva

«Il nostro obiettivo non è insegnare solo la tecnica, ma anche la tranquillità di valutare una pista e le sue condizioni. Abbiamo poi un decalogo di regole di comportamento che ripetiamo sempre. Ho spesso avuto allievi anche adulti quasi traumatizzati da amici più esperti che promettevano loro che li avrebbero aiutati su tracciati evidentemente ancora troppo difficili».

Come vede gli sciatori di oggi? Sono più o meno allenati? Hanno buona attrezzatura o non se ne curano?

«Spesso noleggiano e quindi l'attrezzatura è moderna e in buono stato. Vedo, però, soprattutto nei principianti, una forma fisica non sempre adeguata.

Eppure lo sci coinvolge una serie di movimenti non banali e scontati».

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