Politica

Cadice, la battaglia legale degli italiani «Agguato degli spagnoli, si sono difesi»

L'avvocato: legittima difesa per Emilio Di Puorto. È ancora in cella

Tiziana Paolocci

«Mio nipote non è un violento, si è solo difeso». Lo sostiene il penalista Cipriano Di Puorto, che oggi a Siviglia parlerà davanti alla stampa con il console italiano per spiegare la posizione di Emilio, 29 anni, uno dei quattro giovani coinvolti sabato all'alba nella rissa di Cadice.

Nicola Iannetta, 21 anni, e Luca Maicon Vinicius Bellavia, 22 anni sono stati scarcerati subito e poco dopo è uscito anche Dario Bordoni, 25 anni, il giovane che avrebbe sferrato il pugno che ha fatto cadere a terra il trentenne spagnolo, ricoverato in gravi condizioni.

Emilio Di Puorto, di Villa di Briano, nel Casertano, che ha colpito il ragazzo già a terra con un calcio alla tempia, è invece ancora nel carcere Puerto II di Cadice con l'accusa di lesioni gravi. Ma il video che ha fatto il giro dei social e ha portato al fermo iniziale dei quattro italiani sarebbe soltanto l'epilogo di una lite iniziata molto prima in un locale.

«Emilio non è un mostro come è stato scritto dai social. Invocheremo la legittima difesa e l'alterazione psicofisica per effetto dell'alcol - dice il suo legale -. Sono fiducioso nella magistratura locale perché ha già ricostruito bene quello che è successo in discoteca la scorsa settimana. Questa mattina ho parlato con il giudice che giustamente sta aspettando che si riprenda il ragazzo ferito per il quale, posso già anticipare, che ieri è uscito dal coma e sta in netta ripresa». «Ma quello che puntualizzeremo nel corso della conferenza stampa sono due concetti - prosegue l'avvocato -. Il primo è che il ragazzo ferit 3 giorni prima, era stato scarcerato perché protagonista di un'altra rissa. Ma soprattutto chiariremo che il primo tempo della rissa è stato nel locale, quando un gruppo di spagnoli tra cui il giovane che poi rimarrà ferito, è stato cacciato dalla discoteca perché alcuni di loro avevano litigato con gli italiani. Lo hanno testimoniato pure i buttafuori. Poi quando la notte gli italiani, compreso mio nipote, sono usciti dal locale, il gruppo di spagnoli li ha attesi al varco. Emilio ha preso a calci la vittima perché il ragazzo aveva prima colpito gravemente sia lui che l'amico Dario Bordoni. Quindi appena si è ripreso dal pugno si è difeso e gli ha sferrato il calcio». Per l'avvocato chi ha fatto il video con il telefonino ha ripreso solo il gesto finale di Emilio non quello precedente.

La famiglia di Emilio è però pronta a prendersi le responsabilità e sta cercando di contattare i genitori dello spagnolo per risarcire il danno. «Speriamo che nel corso del riesame - conclude - il giudice possa derubricare il reato da lesioni gravi e lesioni semplici così che Emilio possa essere rimesso in libertà»

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