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La camorra: "A votare M5S portiamo anche le 80enni"

Nelle carte dell'inchiesta a Quarto, le intercettazioni dei camorristi: "Hanno vinto, ora rispettino gli impegni"

La camorra: "A votare M5S portiamo anche le 80enni"

Una storia che, se confermata dai giudici, getterebbe più di un'ombra sulla presunta verginità del Movimento 5 Stelle, quella purezza di cui i parlamentari grillini e gli attivisti tutti rivendicano come elemento distintivo dagli altri partiti.

"Comincia a chiamarlo. Ha preso 890 voti, è il primo degli eletti. Noi ci siamo messi con chi vince, capito?", si sente nell'intercettazione telefonica del primo giugno scorso. Quando nel comune di Quarto si stava per votare al seconto turno delle comunali. "L’imprenditore legato al clan camorrista dei Polverino, Alfonso Cesarano - scrive La Stampa - dà indicazioni di appoggiare al ballottaggio il candidato a sindaco dei Cinque Stelle, Rosa Capuozzo". Nelle intercettazioni si sente: "Adesso si deve portare a votare chiunque esso sia, anche le vecchie di ottant’anni. Si devono portare là sopra, e devono mettere la X sul Movimento 5 Stelle".

Poi aggiunge: "L’assessore glielo diamo noi praticamente. E lui ci deve dare quello che noi abbiamo detto che ci deve dare. Ha preso accordi con noi. Dopo, così come lo abbiamo fatto salire così lo facciamo cadere".

A realizzare questo presunto patto con la camorra, sarebbe il grillino Giovanni De Robbio, poi cacciato dai Cinque stelle per evitare troppi imbarazzi. A guidare l’inchiesta è il pm John Henry Woodcook. Dalle carte emerge che De Robbio, per ottenere i voti sperati, avrebbe promesso a Cesarano la gestione del campo sportivo. Oltre ad un contatto diretto con l'amministrazione comunale per eventuali altre necesità economiche (e di appalti). Inoltre, c'è anche la promessa a Mario Ferro di assumere il figlio al cimitero del paese.

Ma non basta. Dopo la salita alla poltrono di sindaco, Rosa Capuozzo ha preso un'altra decisione, diciamo, impopolare. Mentre la procura di Napoli aveva sequestrato la società sportiva del camorrista Castrese Parigliola, il sindaco ha deciso di cacciare la società "Sos Imperia" cui era stata affidata, per darla in gestione a “Quartograd”, che tra le altre cose è un'associazione locale su cui sono state presentate diverse remore.

Quello che più sconvolge della situazione di Quarto, però, è il silenzio dei vertici grillini. Né il direttorio, né Beppe Grillo hanno alzato la voce contro un'amministrazione comunale in odore di mafia. Se al municipio ci fosse stato un sindaco di destra o di sinistra, avrebbero fatto faville. Questa volta, invece, è come se si cercasse di tenere il più possibile la vicenda in sordina. Per evitare che ne rimanga scottato tutto il Movimento.

Di certo non basta aver cacciato il consigliere comunale più invischiato nella vicenda, Giovanni De Robbio. Considerando che il sindaco Rosa Capuozzo nei giorni scorsi è finita al centro di forti polemiche per via di presunte irregolarità edilizie della sua casa. Quando contro l'abusivismo il M5S ha combattutto molte battaglie.

Nel decreto di perquisizione del 22 dicembre scorso, Woodcook scrive che De Robbio avrebbe fatto pressioni sul sindaco, arrivando anche alle minacce. Pressioni confermate dalla stessa Capuozzo che ha detto: "Agli inizi di ottobre, il De Robbio venne da me a casa, mi mostrò una foto aerea di casa mia che aveva sul cellulare. Lo stesso mi disse che c’era un problema urbanistico riguardante la mia abitazione ma che dovevo essere meno aggressiva, non dovevo scalciare, dovevo essere più tranquilla con il territorio".

Inoltre, De Robbio avrebbe minacciato di diffondere le immagini dell'abuso edilizio della sindaca per ottenere - si legge nelle carte - "la gestione del campo sportivo da affidare ai suoi imprenditori; per poter nominare capi settore e assessori e per affidare al geometra Intemerato le pratiche del condono".

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