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In Campidoglio scoppia il caso delle merendine

Tutti i distributori di snack e bevande verranno rimossi dagli uffici comunali per indire un bando regolare. Marino aveva affidato in modo diretto il servizio di fornitura dei distributori al concessionario del servizio

In Campidoglio scoppia il caso delle merendine

Non c’è pace a Roma neanche quando si tratta di una semplice merenda. È il caso dei dipendenti capitolini. Sì, perche tutte le macchinette distributrici di snack, patatine e bevande verranno al più presto rimosse da tutti gli uffici comunali, a cominciare dalla centrale via del Tritone fino a tutti i municipi, asili e centri anziani. Il motivo? Indire un regolare bando di gara che non era stato fatto precedentemente. La causa? Una “dimenticanza” da parte dell’amministrazione dell’ex sindaco Marino che aveva affidato in modo diretto il servizio di fornitura dei distributori al concessionario del servizio.

Il caso è stato portato alla luce da Ignazio Cozzoli, ex capogruppo dei Conservatori Riformisti, che ha chiesto di verificare una procedura ambigua. Dal segretariato generale è partita subito una lettera al direttore dell’Assemblea capitolina e al commissario Tronca. Indiscrezioni di Palazzo Senatorio indicano una risposta chiara e tempestiva del prefetto, tanto che alcune macchinette sarebbero state già portate via. Al momento, ovviamente, la situazione è ancora tutta da verificare. Ma l’onorevole Cozzoli preme affinché si chiariscano al più presto diversi punti di questa vicenda.

Cozzoli ha inoltre aggiunto: "In alcuni casi parrebbe che detti servizi siano stati affidati direttamente, senza gara ai Cral delle Organizzazioni sindacali che, a loro volta li avrebbero affidati, non senza lucro, a privati operatori. Il tutto con grave danno erariale per Roma Capitale perché non solo ne sosterrebbe le spese dei servizi delle utenze ma non introiterebbe i dovuti importi monetari derivanti dalle concessioni di detti servizi e dai consumi delle utenze”. Insomma un danno e un mancato guadagno non indifferente per le già disastrate casse capitoline.

Inoltre non sarà facile far chiarezza su questa vicenda, visto il considerevole numero di distributori di merendine e bibite ormai distribuiti negli uffici pubblici della Capitale e di cui però si conosce solo il concessionario.

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