Cronache

La campionessa di tiro vittima delle droghe e delle botte dell'ex

La sera prima di morire la Pepe sarebbe stata picchiata. Fatale un mix di alcol e cocaina

La campionessa di tiro vittima delle droghe e delle botte dell'ex

Ci sono due persone indagate per la morte di Marianna Pepe, l'ex campionessa italiana di tiro a segno trovata senza vita a Muggia, in provincia di Trieste. A stroncare la donna, trentanove anni, sarebbe stato un mix di psicofarmaci, cocaina e alcol, ma questo sarà accertato solo dall'autopsia, che domani il pm Lucia Baldovin assegnerà al medico legale.

Il caso si tinge di giallo e con il passare delle ore emerge una verità terribile. Secondo le prime ricostruzioni degli investigatori, infatti, la caporalmaggiore dell'Esercito sarebbe stata picchiata la sera prima dall'ex compagno, con cui aveva recentemente chiuso una difficile relazione. L'episodio sarebbe avvenuto davanti agli occhi del figlio della coppia, di cinque anni. Dopo le botte lei si era allontanata con il piccolo e aveva chiesto aiuto e trovato ospitalità da un amico, dove aveva passato la notte. È stato proprio il bambino a trovarla giovedì mattina nel letto senza vita e a dare l'allarme. Ma quando i soccorsi sono arrivati a bordo di un'ambulanza, per l'ex atleta non c'era già più nulla da fare. E i medici non hanno avuto molti dubbi su cosa possa essere stato ad ucciderla.

Non è un segreto per nessuno che da tempo soffrisse di stati di ansia proprio per la relazione con l'ex, descritto da tutti come una persona irascibile. Aveva paura la cinque volte campionessa italiana e si era anche rivolta a un Gruppo di operatrici antiviolenza per chiedere un aiuto. Secondo le testimonianze di parenti e amici, infatti, lui non accettava la fine della loro storia.

La Squadra mobile di Trieste, che indaga sull'accaduto senza avanzare per ora alcuna ipotesi ufficiale, presume che a stroncare Marianna sia stato un malore, conseguente all'assunzione di un mix di farmaci e droga. Non è ancora esclusa nemmeno l'ipotesi di suicidio. Ma in quest'ultimo caso cosa potrebbe averla spinta a togliersi la vita rinunciando per sempre al figlio piccolo che amava così tanto? Su questo punto ruota la vicenda. Diversi testimoni, ascoltati in queste ore in Questura, sostengono che la campionessa non si sarebbe mai arresa e avrebbe lottato, come era nella sua natura, per non lasciare orfano il figlio.

Una settimana fa a Trieste l'avevano vista sorridente, mentre indossava la divisa e partecipava alle celebrazioni del Giorno dell'Unità Nazionale e della Giornata delle Forze Armate, alla presenza anche del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. La sua passione per il tiro a segno era iniziata già dall'adolescenza e era cresciuta all'inizio degli Anni Novanta nella Tsn Opicina del tecnico Antonio Verlicchi. Oltre ai titoli italiani, si era piazzata all'ottavo posto nella rassegna di Belgrado 2005.

Su Facebook aveva pubblicato delle fotografie della sua vita passata di atleta e tre giorni prima una pagina dello stesso social, dove sono iscritti appassionati delle forze dell'ordine, l'aveva ricordata con un post apparso una sorta di necrologio anticipato «Onore a Marianna Pepe, Caporale maggiore scelto dell'Esercito».

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