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Camusso a caccia di voti ora si scopre grillina

M5S sostiene il referendum sul lavoro. E Cgil apre al reddito di cittadinanza

Camusso a caccia di voti ora si scopre grillina

Roma E se Susanna Camusso si scoprisse un'anima grillina? Dopo anni di attacchi e battibecchi, scontri aperti e sottili malevolenze, la segretaria del maggiore sindacato di sinistra sembra arrivata ad un punto di svolta nella sua marcia di avvicinamento al M5S. Cominciata già ad aprile e finalizzata ad ottenere il consenso del movimento alla «Carta dei diritti universali del lavoro», la proposta di legge di iniziativa popolare della Cgil.

Ieri alla Camera proprio su questo tema c'è stato un incontro tra il segretario generale del sindacato di Corso Italia e il gruppo M5S. Un incontro che ha portato i suoi frutti. Se Beppe Grillo e i suoi cercano il contatto con la piazza, quello è lo spazio privilegiato dei sindacati, Cgil in testa e la Camusso preferisce come alleati quelli che potrebbero scipparle la scena. S'è visto in questi giorni con la protesta dei tassisti come il M5S cerchi di conquistare i lavoratori più arrabbiati, con stili diversi tra Virginia Raggi a Roma che si sbilancia in un «Siamo con voi» e Chiara Appendino a Torino che, pur riconoscendo qualche ragione agli scioperanti, li invita a non usare come ostaggi i cittadini.

I fan della Cgil, l'elettorato di Beppe Grillo, coincidono in molti casi e allora Susanna deve aver pensato che una strizzata d'occhio sul reddito di cittadinanza (in passato contestato) vale bene l'obiettivo di guadagnare un'ampia platea di partecipanti ai referendum sul Jobs Act (Voucher e responsabilità appalti). Anche i grillini qualche vantaggio possono ottenerlo, provando cautamente ad uscire dal loro isolamento politico. E allora si spiegano le dichiarazioni di ieri, distensive da parte del M5S sull'iniziativa della Cgil come non si ricordavano. La Camusso chiede al governo di fissare la data del referendum, ricorda che non c'è «traccia di calendarizzazione, quando manca poco più di un mese per decidere». Con le amministrative che si avvicinano, insiste per un election day, che faccia bene alla finanza pubblica e alle lezioni scolastiche. La Camusso è «preoccupata» per eventuali slittamenti nell'incardinamento della «Carta dei diritti universali del lavoro» e ricorda: «Al Senato nessuno ha espresso contrarietà, il Pd ha preso un impegno in questo senso», manca solo l'atto formale.

Una battaglia per la quale i deputati del M5S assicurano «disponibilità». La parlamentare M5S Tiziana Ciprini garantisce l'impegno «a portare avanti la discussione sulla Carta» e Roberta Lombardi precisa di «condividere tutta la parte sui diritti, mentre per quel che riguarda la rappresentanza sindacale stiamo definendo una nostra posizione». Quisquilie.

Un bel passo avanti, se si guarda al passato. Al 2012, quando la Camusso diceva che «fanno paura le formazioni politiche o i partiti, diciamo così, personali» e Grillo, dal suo Blog, l'accusava di essersi «iscritta alla Confindustria». Al 2013, in cui il Fondatore del M5S diceva che i sindacati sono «vecchi e da eliminare», suscitando le ire della leder Cgil. Fino al 2015, quando i grillini attaccavano la Camusso che in audizione al Senato aveva, «in maniera contraddittoria avversato la nostra proposta di legge sul reddito di cittadinanza». Un anno fa Alessandro Di Battista diceva che a Roma ci sarebbero state per il M5S «molte resistenze, anche dai sindacati, la Cgil ci farà la guerra come il Pd».

Poi, sono cominciati gli incontri delle delegazioni grilline con la Camusso su Jobs act e reddito di cittadinanza e sulla «Carta dei diritti universali del lavoro» sembra potersi siglare la pace.

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