Cronache

Il cane antibomba ucciso come un terrorista

In aeroporto il cucciolo è fuggito sulle piste bloccando decine di voli. La sicurezza ha sparato

Il cane antibomba ucciso come un terrorista

Il terrorismo ha fatto un'altra vittime innocente, ma questa volta con la complicità del «fuoco amico». È accaduto nello scalo dell'aeroporto di Auckland, Nuova Zelanda, ove un cane di nemmeno un anno è stato abbattuto per motivazioni assolutamente inconsistenti e talmente fragili da scatenare non solo il cordoglio, ma una rabbia scarsamente contenuta che si è riversata in poche ore sul web.

Erano le prime ore del mattino, all'aeroporto di Aucklans, quando Grizz, un cucciolo di 11 mesi, ancora in fase di addestramento per la ricerca di ordigni esplosivi, stava per essere caricato su un furgone alla fine del suo turno. Probabilmente un rumore secco o un qualche errore nella delicata fase del suo addestramento e della sua gestione da parte dell'agente che lo conduceva e il cane è fuggito alla polizia scappando attraverso un varco che viene sempre tenuto aperto, per ragioni d'emergenza, in direzione delle piste di decollo ed atterraggio. Qualcuno ipotizza che siano stati i forti rombi degli aerei stessi in decollo e atterraggio a spaventare il cucciolone, ma si tratta di un'ipotesi assai improbabile, visto che le prime fasi stesse dell'addestramento di un cane che dovrà lavorare in ambito aeroportuale, prevedono sempre un inibizione graduale allo stimolo dei rumori fino alla passività completa nei loro confronti. Questo è un fatto fondamentale dell'addestramento di qualunque cane, sia che debba essere poi utilizzato sui fronti bellici o sui fronti civili, ma in ambienti dove i rumori rappresentano un forte stimolo per la paura. E se non lo è un aeroporto quale altro ambito può esserlo?

Fatto sta che Grizz si è trovato, secondo alcuni, vicino alle piste di decollo e atterraggio, mentre, secondo il ben informato New Zealand Herald, il cane non era sull'asfalto ma sul perimetro esterno del campo d'aviazione. Il personale dell'aeroporto ha cercato di prenderlo per tre ore senza successo e i piloti, nonostante i pericoli fossero irreali, si sono rifiutati di decollare con il cane «a piede libero». Le versioni divergono anche sul tentativo di catturare Grizz. C'è chi dice che le ricerche siano state frettolose e soprattutto condizionate, come spesso accade, dal vecchio detto che «time is money» (Il tempo è denaro). Fermare un aeroporto, anche per solo due o tre ore, comporta disagi e perdite economiche e, in questo ambito, l'uomo è una specie animale particolarmente sensibile. C'è chi si difende: «Abbiamo provato in ogni modo, ma non ha funzionato nulla», ha dichiarato il portavoce dell'aeroporto della città neozelandese ai microfoni della Bbc. «Abbiamo esaurito ogni alternativa possibile e non riuscivamo a catturarlo». «Il personale aveva fatto tutto il possibile» ha affermato alla stampa la portavoce Lisa Mulitalo. «Siamo davvero sconvolti». Tutti sconvolti (ora), fatto sta che non riuscendo a catturare un cane già addestrato, qualcuno ha chiamato la polizia con i lunghi fucili, nessuno dei quali caricato con un banale anestetico. Solo piombo.

Chi è rimasto veramente sconvolto da una tale superficialità e da un tale deprezzo per una vita, anche se non umana, sono stati gli amanti degli animali e la gente di buon senso.

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