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La cannabis legalizzata distruggerà i nostri figli

La cannabis legalizzata distruggerà i nostri figli

È dal 2013 che il Parlamento tenta di cambiare la legislazione e legalizzare la cannabis senza riuscirci ma più prima che poi riproverà. Sulle pagine del nostro Giornale Stefano Zecchi ha ricordato la responsabilità del legislatore che insieme alla famiglia e alla scuola deve porre un limite ai giovani oltre il quale non è lecito andare. Ad ogni ripresa della discussione i fautori del sì minimizzano gli effetti nocivi della cannabis definendola una droga leggera, perché rispetto ad altre sostanze provocherebbe una dipendenza fisica minore.

Eppure i due principali manuali diagnostici dei disturbi mentali, il DSM e l'ICD, dicono a chiare lettere che distinguere la dipendenza fisica da quella psichica è un errore. Un individuo che si disintossica e non ha più dipendenza fisica ricadrà nell'abuso proprio a causa di quella psichica, per l'irresistibile desiderio di assumerla nuovamente, anche dopo lunghi periodi di astinenza. L'uso della sostanza diventa un comportamento reiterato nonostante il danno perché assume per il tossicodipendente un'importanza maggiore rispetto ad altri tipi di comportamento e questo accade sia con l'alcol, sia con l'eroina che con i cannabinoidi, con il gioco d'azzardo e la pornografia. La chiamano droga leggera ma può dare segni d'intossicazione con alterazioni percettive, depersonalizzazione, derealizzazione. Peggiora l'andamento di quadri psichiatrici di diverso tipo in modo difficile da quantificare e definire. In passato si riteneva che le psicosi indotte da cannabis fossero di breve durata e non comportassero evoluzioni negative.

Studi recenti su questo tipo di pazienti seguiti in follow-up per sei anni hanno invece evidenziato che il 45% sviluppa successivamente un disturbo dello spettro schizofrenico, e se si considerano anche altri disturbi gravi la percentuale sale al 55%. È una sostanza psicotropa a tutti gli effetti perché una volta introdotta nell'organismo può alterare lo stato di coscienza o le funzioni mentali. Chi fuma cannabis si percepisce in uno stato euforico e sognante, avverte un rallentamento del tempo, una distanza e un senso di estraneità rispetto alla realtà. La vita affettiva si appiattisce e la capacità di provare emozioni diminuisce. La cannabis è un ansiolitico efficace che permette ai giovani di allentare la tensione e non fare i conti con le loro naturali fragilità, rimandando così la maturazione e l'ingresso alla vita adulta. Le persone che fumano cannabis spesso ricercano disinibizione, aumento del desiderio e dell'attività sessuale. Gli effetti tossici provocano invece disfunzione erettile, diminuzione della attività sessuale e riduzione della fertilità. Come ogni droga promette un benessere che non arriverà.

Se lo Stato sancirà che è legale, la famiglia sarà l'unica istituzione pensante ed educativa a doversi contrapporre al fenomeno, apparendo agli occhi dei figli come i genitori cattivi, che proibiscono quello che lo stato, buono e democratico, permette per legge.

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