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"Il Capitano non ci può imporre un c...". Il ruggito del Senatùr (senza più poteri)

Bossi fa il dito medio. E i «vecchi» sognano di riprendersi la Lega Nord

"Il Capitano non ci  può imporre un c...". Il ruggito del Senatùr (senza più poteri)

Milano - Umberto Bossi si ritrova presidente di una scatola vuota, la vecchia «Lega nord» ormai fantasma di se stessa. Se vorrà, fanno sapere dall'entourage di Salvini, potrà iscriversi alla nuova Lega Salvini Premier, il partito che si presenterà alle elezioni, ma come semplice militante visto che nello statuto del movimento non è prevista la figura del presidente a vita né alcun ruolo particolare per Bossi, ormai considerato, più o meno affettuosamente, un souvenir del passato. Se il fondatore non contava già più nulla nella Lega salviniana, ora è anche formalmente così. Anche i poteri assegnati per statuto al presidente a vita vengono ridotti, ma importa poco visto che la Lega Nord resta solo un contenitore di debiti (i 49 milioni di euro, da restituire in 80 anni), un partito ormai, se non defunto, tenuto in vita artificialmente come bad company.

Bossi rispolvera la solita scena del dito medio e del vecchio leone che ruggisce: «Il funerale della Lega? Col caz.., non c'è nessun funerale. Salvini non può imporre un c...o, le cose imposte non funzionano. Se vuole avere il simbolo della Lega deve raccogliere le firme» dice dal palco. Affermazione subito smentita dallo staff di Salvini: non servirà alcuna raccolta firme per poter utilizzare i simboli della Lega, sarà il futuro «rappresentate legale» della Lega Nord «previo passaggio nel prossimo consiglio federale», a concedere l'uso dei simboli leghisti al movimento parallelo «Lega Salvini Premier». La modifica sostanziale fatta allo statuto infatti è la possibilità di prestare il simbolo ad altri partiti e quella del doppio tesseramento per i militanti leghisti. L'altra novità è la possibilità che la Lega Nord venga commissariata. Qui si innestano le speranze della minoranza (molto minoranza, finora) non salviniana della Lega, assente ieri al congresso (non c'era neppure Maroni, che ha lanciato un avvertimento: «Se Salvini non ascolterà il Nord nascerà qualcosa di nuovo»).

Il commissariamento infatti dura al massimo 120 giorni, dopo i quali si deve tenere un congresso federale, nel quale voteranno gli iscritti alla vecchia Lega, compresa la vecchia guardia che non ha condiviso la svolta sovranista. A quel punto, sogna la vecchia guardia nordista, potrebbero riprendersi la Lega Nord, che in effetti resta un partito politico a tutti gli effetti, e potenzialmente potrebbe anche candidarsi alle elezioni con i simboli della Lega, negandoli a quella di Salvini. Sogni di rivincita che l'entourage del leader giudica però impossibili. La Lega nord non ha un centesimo, i conti bloccati dalle Procure, e comunque verrà presidiata per impedire che sfugga di mano a Salvini, mettendone a capo un rappresentante legale a lui legato.

L'altra ipotesi che gira è che la Lega nord venga trasformata in un fondazione, sul modello di quanto accaduto con i Ds e anche con An.

E Bossi? Al congresso se lo aspettavano più critico verso Salvini, invece è finita ad abbracci e complimenti: «Matteo è uno che vuole combattere, la Lega è in buone mani» ha detto Bossi, che ha lanciato anche un monito sulle sardine: «Non sono da sottovalutare, è un'operazione intelligente, le hanno messe in piedi per creare spinta sociale su argomenti che interessano alla sinistra e aumentare il consenso del Pd».

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