Politica

Capo di Hezbollah ucciso in Siria. Accuse a Israele

Mustafa Badreddine aveva fatto assassinare il premier libanese Hariri

È mistero sull'uccisione di Mustafa Badreddine, leader militare del gruppo sciita libanese Hezbollah e comandante militare delle sue operazioni in Siria, acerrimo nemico di Israele, morto in seguito a un attacco avvenuto nei pressi di Damasco. Hezbollah ha spiegato che Badreddine, che aveva 55 anni, è stato ucciso da una «violenta esplosione contro una nostra sede» vicino all'aeroporto di Damasco. L'emittente libanese al-Mayadin ha in un primo tempo aggiunto che il comandante è stato ucciso in un raid aereo israeliano, avvenuto martedì, poi ha ritirato la notizia; il movimento sciita libanese ha dunque precisato che sta indagando sulle cause, se cioè l'esplosione sia stata causata da «un bombardamento aereo, da un missile o da colpi di artiglieria». Da parte sua Israele mantiene il silenzio.

Badreddine aveva partecipato alla maggior parte delle operazioni della «resistenza islamica» dal 1982. Era uno dei cinque membri del movimento sciita accusato della morte di Rafic Hariri, l'ex premier libanese ucciso con un'autobomba nel 2005 a Beirut: secondo il tribunale speciale per il Libano, creato nel 2007 su decisione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, era stato -insieme a Salim Jmil Ayash- l'autore intellettuale e l'esecutore del piano per assassinare l'ex premier. Hezbollah si è sempre rifiutato di consegnare i quattro accusati dell'attentato.

Badreddine era considerato legato anche all'attentato che, nel 1983, causò 241 morti nella base dei marines statunitensi a Beirut. Ed era stato condannato a morte come autore di vari attentati nel 1983 in Kuwait, da dove era fuggito, mentre era in carcere, dopo l'invasione irachena del 1990. Era al comando della milizia in Siria dopo la morte del cognato, Imad Moughniyeh, un altro comandante di Hezbollah morto nel febbraio 2008 a Damasco in un'azione attribuita dal movimento sciita libanese sempre a Israele come rivalsa per i numerosi atti di terrorismo che gli aveva attribuito.

E accanto a Moughniyeh Badreddine è stato seppellito ieri pomeriggio in un sobborgo di Beirut. Il numero due di Hezbollah, Sheikh Naim Qassem, ha minacciato vendetta per l'uccisione del comandante, dicendosi certo di sapere chi ne siano stati i mandanti: praticamente certo il riferimento a Israele.

Parole pesanti sono state pronunciate dal ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, in un messaggio di condoglianze inviato al segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah. Il «martirio» di Mustafa Badreddine «rafforzerà la determinazione delle forze di resistenza nella lotta contro il regime sionista di Israele e il terrorismo».

Un invito esplicito a colpire lo Stato ebraico e a proseguire la lotta in Siria, nella quale gli iraniani e le milizie sciite libanesi sono in campo al fianco del regime di Assad contro i ribelli e lo «Stato islamico».

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