Caro uomo ti scrivo...

Cara moglie, sono io che ti scrivo...

Oggi Feltri risponde alla prima "lettera d'estate" della Bernardini de Pace indirizzata a un ideale marito

Cara moglie, sono io  che ti scrivo...

La lettera al marito infedele scritta da Annamaria Bernardini de Pace, pubblicata ieri sul Giornale , è un piccolo capolavoro, un racconto gradevole e ricco di cose vere, ma non dice tutta la verità. Certamente chi tradisce - in questo caso un uomo di 50 anni - cerca di farla franca, si specializza in menzogne, si piega a mille meschinità per nascondere le proprie debolezze. Con l'andare del tempo si abitua a «fare la legna fuori dal bosco» ovvero a soddisfare lontano da casa i propri desideri, e diventa imprudente. Convinto che la moglie (distratta dagli impegni domestici) non badi alle sue fughe, egli trascura di occultare i propri peccati. E qui cominciano i guai.

La signora, in realtà, finge di non sapere, ma ha scoperto gli altarini leggendo gli sms sul cellulare, compulsando le mail, controllando i documenti della banca e, perché no, origliando le conversazioni telefoniche. Il fedifrago seriale ha una attività intensa e non si accontenta di un'amante; di solito ne ha due o tre e dovrebbe stare attento a coordinare il traffico, però non è quasi mai all'altezza del compito. La moglie, come detto, è al corrente di tutto e nonostante ciò ingoia un numero esorbitante di rospi senza fare una piega. Si sente una vittima, ma al tempo stesso anche un'eroina. Pensa: se non ci fossi io a cementare la famiglia, a difendere il matrimonio, succederebbe un disastro.

Siamo sicuri che sia così? Una donna che accetta umiliazioni, come quelle finemente esposte dall'avvocato Bernardini de Pace, talvolta (spesso) non è una santa, ma un'opportunista. Digerisce tutto, come gli struzzi, perché le conviene. Abita in un buon appartamento, pagato da lui col suo lavoro. Ha un ruolo sociale, grazie a lui. Ha accesso al conto bancario, quello di lui. Ha l'armadio pieno di vestiti, la scarpiera zeppa di calzature, qualche gioiello importante: provvede lui a saldare. Non è l'amore che la tiene legata al marito, ma l'interesse, l'esigenza di conservarsi un guscio sicuro e abbastanza comodo, la paura di campare in solitudine, senza scopi, senza speranza. L'ignoto terrorizza chiunque, figuriamoci una donna avvezza agli agi: meglio un paio di corna che affrontare le asperità di un'esistenza traballante. Una gamba aiuta l'altra: è preferibile zoppicare che cadere a terra o essere condannati all'immobilità.

Questi sono i ragionamenti che inducono una sposa a sopportare le intemperanze di un coniuge attratto da gonnelle forestiere. Occorre aggiungere alcune considerazioni generali. Chi ci assicura che l'eroina in questione non abbia ricambiato il proprio sposo con egual moneta? Dove sta scritto che l'infedeltà sia monopolio dei maschi? La parità dei sessi passa anche da queste parti: se lui è un porco, lei potrebbe essere una sua degna compagna. Parecchi lustri fa, una cinquantenne era di norma conciata male: difficilmente stuzzicava gli appetiti maschili. Per cui era improbabile che, anche volendo, avesse molte occasioni per cedere alle tentazioni della carne.

Oggi quella carne è mutata: è sempre fresca, abbronzata, liscia, palestrata. Mezzo secolo sulle spalle non impedisce a madame di essere predisposta a un'avventura piccante. Suvvia, non prendiamoci in giro. La figura «mitologica» della moglie che odora di cipolla fritta, ha i bigodini nei capelli e i fili delle imbastiture sulla sottana appartiene a tempi andati. Il marito non deve temere soltanto l'idraulico, ma qualunque visitatore: anche il collega invitato a vedere la partita di calcio sul televisore dotato di maxischermo. Al terzo whisky, l'ospite sprofondato in poltrona guarda le gambe della padrona di casa e si arrapa. Lei ne coglie lo sguardo concupiscente e chissà che le frulla nel cervello? Forse apprezza i corteggiamenti. Forse li incoraggia. Quel che accade dopo lo possiamo solo immaginare, ma è noto che accade non raramente.

Nella maggioranza dei casi il tradimento è reciproco. Maschi e femmine hanno gli stessi impulsi, entrambi sono attratti dalla novità. Si dice che l'uomo sia cacciatore e che la donna sia preda. Mah! Non si è mai visto uno che vada a caccia se non è persuaso di riempire il carniere. L'arte venatoria si pratica soltanto su terreni popolati di selvaggina. Non venitemi a dire che non c'è complicità, e unità di intenti, tra chi insegue e l'inseguito o l'inseguita. Non siamo nati stamane e conosciamo le discipline statistiche: dove c'è un uomo (escludiamo i gay, una minoranza ininfluente ai fini demoscopici) che fa, c'è una donna che ci sta. Il risultato è sempre in parità, posto che si amoreggia in due (talora in tre, ma qui il discorso si complicherebbe).

Dire che le trentenni si concedono disinvoltamente ai signori maturi per essere mantenute o comunque finanziate, mi sembra una semplificazione grossolana; le mignotte sono sempre state in auge, specialmente in periodi di crisi, ma distinguerle dalle brave ragazze è un'impresa ardua. Non dimentichiamo inoltre che in ogni gatta morta si cela sovente una zoccola viva.

Insomma, giratela come preferite, ma il problema non è il tradimento maschile. Bensì il tradimento in sé, che è anche femminile a dimostrazione che l'uguaglianza dei generi è stata quasi completamente raggiunta. Lo sarà del tutto, allorché le donne avranno acquisito ogni difetto degli uomini: siamo sulla buona strada.

Infine una constatazione. Il nodo centrale è il matrimonio. Dopo cinque anni di convivenza, anche meno, in qualsiasi coppia si registra un calo della libido, che si riduce almeno dell'80 per cento in ogni coniuge. Chi non lo ammette, mente. Se un'unione si basa sull'erotismo è destinata a sfilacciarsi. Lui si svaga come può e lei fa lo stesso. Solo che lui è un pirla e si fa sgamare, lei invece è furba, accorta e non si fa beccare in castagna. Ergo, lui è cattivo, lei anche ma nessuno se ne accorge tranne l'estraneo che se la gode. Se, viceversa, lo sposalizio fonda su altri valori, e non solo sugli esercizi da materasso, cambiano le prospettive: stare vicino l'uno all'altra è un conforto che prescinde dalle corna, e che dura tutta la vita con reciproca soddisfazione. Il mutuo soccorso è una forma d'affetto inossidabile.

L'amore non è una faccenda complicata: il cuore è nel petto, dalla cintola in giù c'è altra roba.

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