Politica

Per carità almeno il ministro stia coperta

Non sarebbe meglio farsi notare più per i testi che per le tette?

Per carità almeno il ministro stia coperta

Signora Giannini, lei è una scostumata. Spero che non si offenda, spero si ricordi di essere, prima che ministro dell'Istruzione, una linguista, e che anche lei come me subisca il fascino di etimologie e paraetimologie. L'accezione principale della parola è la seguente: «Che agisce in modo contrario alle norme del buon costume». E il buon costume che cos'è? Secondo la Treccani, «il principio generale che riassume i canoni fondamentali di onestà, pudore e onore espressi dalla società». Non si preoccupi, non sono qui a sindacare la sua onestà e il suo onore: ho però qualcosa da eccepire circa il suo pudore, da quando il settimanale Chi mi ha imposto la visione del suo seno nudo immortalato sulla spiaggia di Marina di Pietrasanta.

Appena l'ho visto mi è venuta in mente una simpatica accezione minore, chissà perché non riportata dalla Treccani ma ben presente a chiunque abbia sfogliato anche un solo giornaletto rosa: «scostumate» sono le donne che d'estate provano l'irrefrenabile desiderio di togliersi il pezzo superiore del costume. Scelga lei l'accezione migliore intanto che sviluppo il mio ragionare, il mio eccepire. Devo dirle subito che sono contrario al monokini sempre e comunque, a prescindere da età, avvenenza e ruolo sociale della monokinata. In verità, pur consapevole di trovarmi in estrema minoranza, non sono favorevole nemmeno al bikini. Quindi non mi hanno entusiasmato nemmeno le immagini balneari della sua collega e corregionale Boschi, e questo per dimostrarle che non è una questione personale: non ce l'ho con lei, signora Giannini, ce l'ho con l'esibizione del corpo femminile. E non perché le donne non mi piacciono, ma proprio perché mi piacciono molto.

Jean Baudrillard, il filosofo, scrisse che quando tutto è esposto alla vista non rimane nulla da vedere. Willy Pasini, il sessuologo, afferma che un uso eccessivo di segnali sessuali finisce paradossalmente col non trasmettere più niente. Più che un problema filosofico è quindi un problema pratico: recentissime ricerche segnalano che in Europa, America, Giappone, il comportamento col maggior tasso di crescita non è la tanto strombazzata omosessualità ma la silenziosa, misconosciuta asessualità, ulteriore insidia alla demografia dell'Occidente. Ma non è solo una perdita erotica quella causata dai corpi nudi sulle spiagge. È anche una perdita interiore. Secondo Chantal Delsol, che fra l'altro è una donna, «esibizionismo e assenza di pudore sono caratteristici di una società in cui l'ostentazione compensa la mancanza di profondità. La persona pudica sa di essere depositaria di qualcosa di più di quel che si vede, e il pudore suggella il segreto».

Lei non ha segreti, signora Giannini? Spero ne abbia, perché altrimenti non sarebbe quasi un essere umano. Vengo quindi al caso specifico: lei oltre che donna è ministro. Per giunta dell'Istruzione. Per sovrappiù eletta al Senato nelle liste di Scelta civica. Ricordo male o eravate il partito della sobrietà? Ce lo vede Mario Monti prendere il sole in mezzo slip, l'ultima microscopica, orripilante novità in fatto di costumi maschili? Ma non sono qui ad accusarla di incoerenza, non sono così ingenuo, so bene che mi sto rivolgendo a una persona che fa politica. Anzi non la accuso di niente, mi limito a constatare che su quella rinomata spiaggia della Versilia, già cara a Gabriele d'Annunzio, l'istruzione ha rischiato di confondersi con lo sport (competenza di Graziano Delrio, fra l'altro).

Non vorrei mai, Dio ce ne scampi, che ne sortisse una gara fra ministre, incresciosa sia per le istituzioni sia per le signore coinvolte (fatalmente vincerebbe la concorrente più giovane, o la meglio chirurgicamente assistita). Non vorrei che la cosa degenerasse in quei commenti da bar che seguono ogni competizione. Non vorrei che ragazze e ragazzine si convincessero che il pezzo di sopra è obsoleto, lo ha detto anche la ministra. Vorrei invece che al ministero dell'Istruzione vi impegnaste a sostenere la ragione rispetto all'istinto, le biblioteche rispetto agli stabilimenti balneari, Aristotele rispetto a Rousseau. Vorrei che insegnaste il senso del limite, senza il quale non ci sono leggi né polizie che tengano. Vorrei che promuoveste lo studio dell'arte, della storia, della poesia. Vorrei insomma che lei si facesse notare per i testi, non per le tette.

Signora Giannini, la prego, si copra.

 

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