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Carlo Cottarelli: "Nessuno mi ha chiamato per fare il ministro"

Parlando del programma di Pd e M5S, l'economista ha detto che "non si può evitare l'aumento dell'Iva e allo stesso tempo tagliare il cuneo fiscale e introdurre il salario minimo"

Carlo Cottarelli: "Nessuno mi ha chiamato per fare il ministro"

Si è fatto anche il suo nome per la nuova squadra del governo giallorosso. Ma lui ha smentito in modo categorico. Carlo Cottarelli ha infatti precisato: “Non mi ha chiamato nessuno, questo lo voglio dire ufficialmente”.

In un’intervista all’Huffington Post, l’economista ha spiegato che per lui è un’onore aver ricevuto l’offerta di fare parte dell’esecutivo italiano ma in primo luogo andrebbe chiarito cosa si vuole fare, “ma questo ancora non si sa”. A proposito degli impegni stilati da Pd e M5S, Cottarelli si è detto preoccupato che questo governo sia più orientato a ridistribuire il reddito piuttosto che a crearlo. L’economista ha precisato di essere “il primo a dire che il tema della redistribuzione è importante, che c’è un serio problema di povertà, ma il problema fondamentale è quello di avere più reddito”. E guardando ai punti presentati dai grillini, Cottarelli si è chiesto da dove vengono i soldi per il taglio delle tasse sul costo del lavoro, per il salario minimo e per dare più sussidi alle famiglia e alla natalità.

L’economista ha poi sottolineato che “non si può evitare l’aumento dell’Iva e al tempo stesso tagliare il cuneo fiscale, aumentare la spesa per la natalità e la famiglia, avere qualcosa per ricompensare le imprese per introdurre il salario minimo e magari avere un deficit che non aumenta. La matematica non è un’opinione, bisognerà vedere a cosa rinunciano”.

E per rendere ancora meglio questo concetto, Cottarelli ha evidenziato che è molto difficile evitare l’aumento dell’Iva e prendere altri provvedimenti "a meno di prendere decisioni forti sulla spesa".

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