Lettere d'amore

Caro amico, per me non è possibile vivere di ricordi

Alfonso Signorini risponde alla lettera di Oscar Wilde

Caro amico, per me non è possibile vivere di ricordi

Mio adorato amico, Dio sa quanto mi pesi usare questo nome con te, con cui ho diviso le ore più dolci della mia vita, ma la tua forzata assenza ha dissipato le nubi e ora mi è tutto più chiaro. La verità è che l'amore eterno non esiste. Sono un'anima ingrata, lo so: ti dico questo mentre a tenerti in vita in questi giorni è proprio il ricordo di quanto abbiamo vissuto, di quelle ore, di quei momenti che siamo riusciti a strappare alle convenzioni che ci tengono prigionieri da quando siamo nati. Le nostre mani che si sono sfiorate, le nostre labbra che si sono cercate in baci rubati e dolcissimi, quel piacere proibito che sognavamo di nascosto da una vita e che abbiamo vissuto fino in fondo oggi per me sono solo un ricordo sbiadito, privo di sapore.

Ma possiamo vivere di ricordi? Possiamo legarci per sempre a una persona, a un'anima, nell'illusione di continuare a vivere con lei i nostri desideri, i nostri aneliti segreti? No. Questa è la risposta cruda e crudele che mi sono dato. Oscar, te lo dico con l'anima in pena, ma io non ti amo. Forse non ti ho mai amato. A farmi innamorare di te è stata l'idea di quell'Amore che tu stesso incarnavi. Ma che ho ricercato altrove, non appena la vita ci ha separati. Trai profitto da questa lontananza, non pensare più a me come a un'Anima devota, ma guardami per quello che sono. Ora che ho trovato il coraggio, anche grazie a te, di non nascondermi più, di non reprimere più i palpiti del mio cuore, voglio godere appieno di tutto quello di cui per una vita intera mi sono privato. Voglio cogliere altri frutti, mordere nuove esperienze, assaporare il calore di braccia forti, rispecchiarmi in altri occhi. Voglio vivere la passione, bruciarmi le ali, addormentarmi spossato e felice per avere vissuto.

No, il ricordo non mi basta, non a questa età. Ora sono in Grecia, ho portato in valigia qualche tuo libro, che mi ha tenuto compagnia durante un viaggio lunghissimo ed estenuante. Ma che ho subito lasciato sul mio tavolo di lavoro non appena sono arrivato a destinazione. Ho spalancato le serrande di questa piccola, adorabile casa di tufo bianco che si affaccia sul mare e ho lasciato che il calore del sole, il profumo del mare accarezzassero la mia pelle e il mio cuore. Sono corso giù, per le strade del villaggio, ho incrociato sguardi, ammirato corpi che hanno improvvisamente cancellato il tuo ricordo, le tue parole più affettuose, perfino le pagine più belle che il tuo genio mi ha regalato.

Lo so amico mio, in questo momento ti apparirò la più crudele delle creature. Ma apprezza la mia sincerità. Lasciami volare, non incatenarmi a un passato che non può più ritornare. I fiori, i libri, i dipinti, la musica di cui mi parli non basterebbero a soddisfare le mie brame di vita. Sono compagni fedeli, lo so, soprattutto nelle ore solitarie. Ma per me, adorato Oscar, quelle ore sono ancora lontane. Il calore dei ricordi mi riscalderà quando non avrò più il coraggio - o la voglia - di vivere senza rimpianti.

Alfred Douglas

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