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Caro Sallusti, la Severino deve valere per tutti. Caro Gomez, è un'odiosa legge ad personam

Caro Sallusti, la Severino deve valere per tutti. Caro Gomez, è un'odiosa legge ad personam

Caro Alessandro,

quando il parlamento applicò la legge Severino a Silvio Berlusconi facendolo decadere il Pd spiegò che si trattava di «un atto dovuto». Lo fecero, tra gli altri, molti di quei senatori dem che invece oggi hanno salvato il forzista Augusto Minzolini, condannato definitivamente per aver sottratto, attraverso la carta di credito, 66mila euro alla Rai, un'azienda che vive grazie alle nostre tasse. Il renziano Andrea Marcucci disse: «La decadenza è un atto scontato». Massimo Mucchetti spiegò che non «bisogna utilizzare il diritto politico alla difesa come un quarto grado di giudizio». Francesco Scalia affermò che «la decadenza dalla carica non è una sanzione penale né amministrativa, ma una semplice conseguenza del verificarsi di un fatto da cui la legge fa dipendere la preclusione a mantenere cariche elettive». Rosa Maria De Giorgi sostenne che si trattava della «normale applicazione della Legge Severino, voluta e votata dallo stesso centrodestra. Si riconosce solo che la legge è uguale per tutti». Di dichiarazioni di questo tipo è possibile trovarne molte.

Oggi però per una parte del Pd Forza Italia non è più un nemico politico. È invece un possibile alleato in un futuro governo se le elezioni, come appare scontato, non daranno una maggioranza. Così, all'improvviso, quella legge che con i nemici andava solo applicata, con gli amici viene interpretata. Francamente lo trovo indecente. Tu no? Anche perché l'attuale capogruppo dem al Senato Luigi Zanda, che pur votando contro Minzolini ha lasciato ai suoi libertà di coscienza, quando si trattava di Berlusconi sentenziava: «Il voto sulla sua decadenza è un nostro dovere per la legalità. Per il Pd non bisogna fa altro che prendere atto della sentenza della Cassazione». Ma non basta. Come sai Italia ci sono sindaci, consiglieri regionali e comunali che si sono visti applicare la Severino anche dopo il primo grado di giudizio. Lo stabiliva la legge e la Corte costituzionale. Si tratta di persone tutte regolarmente elette e scelte dai cittadini, al contrario dei parlamentari nominati dai partiti. Ecco perché, come scriveva George Orwell, è proprio vero che tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri (i suini, nda). Minzolini è più uguale di Berlusconi, i politici nazionali sono più uguali rispetto a quelli locali. Non la trovi una maialata? Io sì. Certo, tu vuoi che la Severino venga abolita, io chiedo che, fin che c'è, venga applicata allo stesso modo a tutti. Non farlo, per me, getta discredito sulle istituzioni, esattamente come ha minato la propria credibilità Confindustria quando (prima dell'inchiesta sul Sole 24 Ore) ha scoperto che nel suo quotidiano vi erano decine e decine di migliaia di copie fasulle e che il direttore aveva siglato una scrittura privata e segreta per ottenere una buonuscita milionaria. Allora intervenire, almeno per tutelare i piccoli azionisti e la reputazione della testata, era per me obbligatorio. E lo era anche per il nuovo amministratore delegato Del Torchio. Ma alla fine Del Torchio se ne è andato e gli altri sono rimasti. Poi è arrivata la Finanza. Ti pare giusto? A me no. Di Roberto Napolitano nel mio pezzo non ho però chiesto il licenziamento. Ho invece scritto che se le sue note spese e i suoi bonus «sono reato lo stabiliranno i giudici. Ma già ora l'indecenza è evidente». Perché le sentenze si emettono in tribunale, mentre in famiglia, nelle associazioni e nelle aziende si valutano semplicemente accadimenti e comportamenti. Esattamente quello che ha fatto Marco Travaglio quando, lette le carte e ascoltato l'interessata, ha deciso che la brava Selvaggia Lucarelli continuasse a scrivere su Il Fatto Quotidiano nonostante il processo per il presunto hakeraggio, mentre io ho a malincuore prudenzialmente preferito che la sua collaborazione non venisse estesa anche alla testata online da me diretta. Ho sbagliato valutazione? Spero proprio di sì. Ma sai qui accade spesso che, pur condividendo principi e valori, si giunga a conclusioni diverse. Perché la libertà di parola e di opinione tra noi de Il Fatto viene da sempre prima di tutto.

Un suinesco saluto

ps: su Ingroia indagato abbiamo scritto più volte. La sua riconferma mi era francamente sfuggita. Grazie per la segnalazione.

*direttore del Fatto quotidiano edizione on line

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Caro Peter, la tua competente ricostruzione della legge Severino sulla decadenza dei politici condannati conferma che è servita soltanto a fare fuori Silvio Berlusconi dal Senato e pensavano allora i più dalla politica. Si tratta insomma di una legge ad personam e come tale odiosa. Non si è riusciti ad applicarla, tra in tanti, neppure nei casi clamorosi del sindaco di Napoli De Magistris e del governatore della Campania De Luca. E non per volontà dei politici ma per sentenze dei magistrati dei Tar e del Consiglio di Stato. In un caso recente che riguardava un sindaco di Troia (Fg) in Puglia, un giudice ha scritto che la volontà popolare non può essere messa in discussione da una legge ordinaria. Hanno ragione queste toghe oppure anche tra di esse si annidano pericolosi «maiali»?. A te l'ardua sentenza.

Alessandro Sallusti

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