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La carta coperta di Mattarella: un big del "made in Italy"

A 24 ore dall'inizio delle consultazioni il campo di ricerca si è ristretto al mondo del lavoro e dell'industria

La carta coperta di Mattarella: un big del "made in Italy"

Un magistrato no, non può venire da quel mondo il nome giusto per convincere il centrodestra a dare il via libera al governo di tregua: presidenti della Consulta, del Consiglio di Stato, giuristi emeriti, professori di diritto, tutti sembrano ormai fuori gioco. E nemmeno un grand commis, un alto funzionario della Repubblica, può andare bene. A 24 ore dall'inizio delle consultazioni, il campo di ricerca di Sergio Mattarella si è ristretto quindi al mondo del lavoro e dell'industria. Un capitano d'industria, un rappresentate del made in Italy, un personaggio «neutrale» ma che «capisca di economia», ecco la pista che si sta battendo per trovare un premier che metta in salvo la Finanziaria ed eviti lo scatto delle clausole di salvaguardia e l'aumento dell'Iva previsto per il primo gennaio.

La diplomazia discreta del Colle è molto attiva in questo fine settimana d'attesa. Telefonate, contatti, sondaggi, sollecitazioni in cui il presidente e i suoi consiglieri ricordano i pericoli che può correre il Paese se rimarrà ancora a lungo senza guida e senza manovra di fine d'anno, esposta alla speculazione e con fiato dell'Europa sul collo.

Dopo due mesi passati inutilmente ad aspettare le risposte dei partiti, anche il Quirinale si è messo a fare politica. Ma, nonostante tanto dinamismo, vista da lassù la situazione non appare per niente facile. «Le previsioni non sono ottimistiche», è il commento prevalente che si ascolta nel Palazzo dei Papi. I grillini sono dati ormai per persi e la Lega non pare disponibile ad appoggiare un esecutivo di transizione lasciando ai Cinque stelle il monopolio esclusivo dell'opposizione.

Comunque sia Mattarella non vuole arretrare e lunedì riceverà tutte le forze politiche per verificare se, hai visto mai, è maturato qualche accordo last minute. Se Matteo Salvini chiederà un incarico per se stesso o per qualche altro esponente del centrodestra per un governo di minoranza, il capo dello Stato vorrà sapere numeri e nomi di chi in Parlamento è pronto ad appoggiare in simile progetto. Se prima vorrà ascoltare la proposta del presidente, può essere che si riesca a trovare poi la formula giusta. Del resto, almeno sulla durata, dicembre, e sul mandato del governo, il leader della Lega si era detto d'accordo con il Quirinale. Sul resto però ci sono ancora distanze.

Il vero problema è M5s, che dopo la doppia cilecca di Di Maio è tornato sulle barricate anti-sistema, pronto alla campagna elettorale. Mattarella proverà a convincere pure loro, puntano sul vantaggio psicologico di aver concesso ai grillini ben due tentativi di aggregare una maggioranza. Vi ho dato retta per due mesi, ora siate responsabili, questo il senso del discorso che farà a Di Maio.

Le speranze sono però quasi azzerate. Se non riuscirà a varare il suo traghetto, Mattarella spiegherà, senza toni drammatici, che i partiti hanno fallito e, anche a costo di vederselo bocciare dalle Camere, nominerà un premier diverso da Paolo Gentiloni per portare il Paese alle elezioni.

Quando? Di Maio vorrebbe aggirare la legge sugli italiani all'estero, ma dal Colle spiegano che si tratta di un «regolamento con forza di legge», quindi i 60 giorni dallo scioglimento servono tutti. E davvero si pretende di andare alle urne a metà luglio, quando mezza Italia è al mare e l'astensionismo batterà tutti record? Davvero si pensa che sarebbe un voto regolare?

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