Economia

Cartelle rottamate, incassi oltre il previsto

L'extragettito arriverà a due miliardi di euro. Potrebbe favorire il taglio del cuneo

Cartelle rottamate, incassi oltre il previsto

Roma Un tesoretto superiore anche alle aspettative del governo, quello accumulato dal Fisco al 31 luglio con la scadenza della prima (o unica) rata della cosiddetta «rottamazione» delle cartelle esattoriali spedite dalla «dimissionaria» Equitalia. La cifra si aggira intorno ai due miliardi di euro. E a Palazzo Chigi sono in molti a tirare un sospiro di sollievo per questo gettito. I soldi così recuperati andranno a infoltire la voce «risorse aggiuntive» con le quali nelle stanze di comando dell'amministrazione pubblica già si pensa di utilizzarli - nella prossima legge di bilancio - per finanziare qualche misura di politica economica come il taglio del cuneo fiscale per i neo assunti.

Al ministero dell'Economia lo considerano senza tentennamenti un successo. Questo perché significherebbe un'ottima partenza per il raggiungimento dell'obiettivo finale fissato a 7,2 miliardi di euro da recuperare per due terzi nell'anno in corso e per il restante terzo entro la fine del prossimo.

La maggior parte dei contribuenti che hanno aderito a questa sorta di sanatoria avrebbe infatti scelto di pagare a rate i propri debiti, che si suddividono, per chi ha indicato il massimo possibile, in 3 scadenze quest'anno e 2 il prossimo. Proprio su questo punto il governo sta riflettendo sull'opportunità di fare slittare al 2018 una delle tre rate previste quest'anno, per poter portare per intero l'extragettito sul budget 2018.

La piaga dell'evasione fiscale non conosce tuttavia battute d'arresto e anche il 2016 sembra essere stato un anno nero per il gettito fiscale. Sono 27.500 gli evasori denunciati nel 2016 grazie all'attività di controllo della Guardia di Finanza. Il dato viene fornito dalla Cgia di Mestre. Secondo il suo ufficio studi l'azione di contrasto all'evasione ha «sottratto» ai trasgressori 55,7 miliardi di euro di imponibile: un importo più contenuto rispetto a quello registrato nel 2015 (61,1 miliardi), ma comunque in linea con i dati conseguiti dal 2012 in poi.

«L'ottimo risultato raggiunto anche nel 2016 - osserva il coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia, Paolo Zabeo -, è riconducibile alla politica adottata in questi ultimi anni dalla nostra Amministrazione finanziaria che ha intensificato l'azione di contrasto soprattutto nei confronti dei grandi evasori. Finalmente si è capito che il recupero di quote importanti di evasione lo si ottiene attraverso il controllo delle operazioni estero su estero, oppure tramite una minuziosa azione di monitoraggio sulle grandi aziende sempre più inclini a praticare forme molto sofisticate di elusione fiscale». Negli ultimi 16 anni, ricorda ancora la Cgia, l'attività degli uomini delle Fiamme gialle contro l'evasione fiscale ha consentito di «portare a galla» oltre 562 miliardi di euro di imponibile evaso e di «scovare» quasi 537.000 evasori. Una cosa però è l'imponibile accertato e un'altra la riscossione effettiva, ovvero quanto viene concretamente incassato dal fisco dopo i vari livelli di giudizio. Secondo i dati più recenti, messi a disposizione dalla Corte dei Conti nella Relazione sul rendiconto generale dello Stato 2016, negli ultimi anni l'incidenza della riscossione sull'accertato di competenza è in costante aumento: nel 2016 ha raggiunto il picco massimo del 20,5%.

Resta poi il peso dell'economia sommersa. Secondo le stime Istat più recenti il «nero» si aggira intorno ai 194,4 miliardi di euro all'anno, pari al 12% del Pil italiano.

Di questi 194,4 miliardi di euro di valore aggiunto generato dall'economia sommersa, il 50,9 per cento è ascrivibile a forme di sotto-dichiarazione dei redditi praticate dagli operatori economici (pari a 99 miliardi), il 39,7 per cento al lavoro irregolare (che corrisponde a 77,2 miliardi di euro) e il restante 9,4 per cento (18,2 miliardi di euro) ad altre componenti residuali di evasione, come per esempio alla locazione in nero di case e appartamenti.

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