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Casa Italia senza fondamenta. E il governo vuole una tregua

Il premier: ricostruzione, progetto decennale e chiede aiuto a parti sociali e opposizione. Ma il piano non c'è

Casa Italia senza fondamenta. E il governo vuole una tregua

Roma - Casa italia: un progetto monstre senza confini precisi. Non una casa dunque ma un gigantesco cantiere che dovrebbe abbracciare man mano tutta la Penisola lungo dieci anni, per i più ottimisti (fra i quali c'è lo stesso Renzi), anche trenta per i realisti. Intanto però il piano serve al premier per mettere intorno ad un tavolo sindacati, ordini professionali ed enti locali in un clima di collaborazione fino ad ora mai ricercato da questo governo che ora ha bisogno di recuperare consenso. Un certezza è stata data: non è nelle intenzioni del governo istituire una assicurazione obbligatoria sulle case che di fatto sarebbe un ulteriore balzello per le famiglie in difficoltà. Matteo Renzi assicura che «non è un tema all'ordine del giorno». Il premier ha aperto ieri le consultazioni per un piano nazionale di ricostruzione che rappresenta «una scommessa per i prossimi anni, un'opera di vera prevenzione e serietà» per realizzarla però occorre mettere da parte la battaglia politica. «Alle forze politiche dico: litighiamo su tutto, ma sul progetto Casa Italia possiamo fare un percorso tutti insieme? - chiede Renzi- Si può dimostrare al mondo che siamo i numeri uno nell'emergenza, ma possiamo esserlo anche nella messa in sicurezza».

Un progetto ambizioso dunque con una prospettiva lunghissima. Certo se si punta così in alto e così lontano c'è il rischio di perdere di vista l'obbiettivo finale.

Renzi ha incontrato i rappresentanti degli enti locali (Anci, Upi, Regioni); Architetti , Urbanisti, Geologi e tutta la Rete delle Professioni Tecniche e ancora Confedilizia, Confindustria, Sindacati, Terzo Settore e associazioni ambientaliste. Per il premier occorre «tenere insieme interventi sulle scuole, bonifiche, banda larga, dissesto idrogeologico, periferie, impianti sportivi tutto articolato insieme per un progetto complessivo che abbia una regia comune». A coordinare il piano sarà il rettore del Politecnico di Milano, Giovanni Azzone, che ha individuato 4 azioni da mettere in atto per Casa Italia. Messa a regime delle informazioni sul Paese; indicazione delle linee guida di intervento preventivo; finanziamenti e procedure; Formazione di tecnici e professionisti.

Ora perchè questo progetto non rimanga soltanto sulla carta occorre capire quali siano le risorse in campo. Renzi parla di una prospettiva di dieci anni e al momento sul tavolo ci sono circa 12 miliardi già distribuiti su quatto ambiti: dissesto idrogeologico (5 miliardi), scuole (5 miliardi), cultura (un miliardo) e periferie (700 milioni). Il governo sarebbe poi disposto ad attivare due miliardi all'anno.

I numeri ed i tempi prospettati da Renzi però sono molto lontani da quelli che ad esempio fornisce il Consiglio degli Ingegneri. Per la messa in sicurezza degli edifici si parla di una cifra intorno ai 100 miliardi di euro in un arco temporale di 30 anni. Il primo passo dovrebbe essere quello degli sgravi fiscali. Ma Renzi ricorda che anche se già «oggi c'è il 65 per cento di sconto fiscale per fare i lavori per le ristrutturazioni, il bonus non lo utilizza quasi nessuno perché non c'è la cultura della prevenzione».

Insomma per Renzi «i soldi ci sono» ma non vanno usati a «capocchia».

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